L’insegnante di una classe di arte, entrando in aula una mattina, commentò con gli allievi: “Ho notato che la prima cosa che fate quando entrate in classe la mattina, è posizionare le tele sul cavalletto e osservarle a lungo e attentamente. Ma questo è sbagliato: dovreste invece soffermarvi prima sull’originale. Se guardate prima il vostro studio, che può essere più o meno imperfetto, la vista si abitua agli errori e si annebbia a causa loro; così, quando guarderete il modello, vedrete in modo imperfetto. Se passaste prima un po’ di tempo ad osservare l’originale, sareste meglio in grado di correggere gli errori nel vostro dipinto”.
Nella nostra dimostrazione della Scienza Cristiana, non è forse la contemplazione del falso mortale che annebbia la nostra visione spirituale e ci porta a riprodurre manifestazioni che non sono altro che un distorto senso di esistenza? La contemplazione del perfetto ed eterno deve necessariamente avere un effetto chiarificatore sul pensiero umano; non dovrebbe forse lo scopo dell’umanità essere di raggiungere il punto in cui il pensiero contempla sempre e solo il bene?
Il male ci vorrebbe far credere che abbiamo così tanto da fare, per quanto riguarda gli errori del pensiero mortale, che non possiamo dedicare tutto il tempo che vorremmo alla realizzazione del regno perfetto di Dio. Gesù disse: “cercate prima il regno e la giustizia di Dio” (Matteo 6:33) e a questo era abbinata la promessa che tutto ciò che ci è necessario sarà aggiunto. Cercando prima il regno dell’infinito, del perfetto e dell’eterno, ivi troveremo tutto ciò che ci è necessario per ripulire il pensiero degli errori che ci nasconderebbero la bellezza ed abbondanza della bontà infinita della Mente. Proprio in proporzione alla nostra ricerca del regno di Dio, troveremo sempre meno la necessità apparente di contemplazione di peccato, malattia e morte.
In Scienza e Salute con Chiave delle Scritture di Mary Baker Eddy leggiamo: “Dobbiamo formare modelli perfetti nel pensiero e osservarli continuamente, altrimenti non li scolpiremo mai in vite sublimi e nobili” (pag. 248:31). La continua contemplazione della natura divina avrà i suoi effetti nell’esperienza concreta, nella felicità e in una salute migliore; mentre la contemplazione del male, sia come presunta causa sia come effetto, saranno normalmente resi manifesti, presto o tardi, nella malattia di un tipo o di un altro.
Coloro che affrontano il male rapidamente, con decisione e lo respingono completamente, mentre si aggrappano saldamente al bene, sperimenteranno naturalmente maggior bene di coloro che contemplano il male; perché la contemplazione continua del male è, in una certa misura, una sua accettazione, sia che il male appaia nella persona, sia nel suo ambiente o in quello di altri.
Tra gli antichi, la lode costante a Dio per la Sua bontà ed abbondanza ha portato loro sempre maggiori benedizioni, non come un dono da parte di una deità personificata che viene lusingata, ma come il risultato naturale del loro riconoscimento, comprensione e contemplazione del bene. Mary Baker Eddy dichiara in Scienza e Salute: “Fate sì che il modello perfetto sia presente nei vostri pensieri, invece del suo opposto demoralizzato. Questa spiritualizzazione del pensiero fa entrare la luce e porta nella vostra coscienza la Mente divina, la Vita, non la morte” (pag. 407:27).