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In pace con il passato

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 9 novembre 2015

Originariamente pubblicato sul numero dell’8 agosto 2011 del Christian Science Sentinel


Perché sondi il futuro ed il passato?
Perché guardi con occhi pieni di lacrime?
E cerchi lontano il paradiso?
Davanti ai tuoi piedi è gettata la perla della Vita. 

–Charles H. Barlow, Innario della Scienza Cristiana, n° 391

Scontento del passato? Sei pentito per una scelta fatta? Non è insolito sentirsi così: questi pensieri possono tenerci svegli di notte e farci tirare avanti senza entusiasmo. La vita non è felice né ricca di soddisfazioni quando i rimorsi si accumulano. La vera domanda è: “cosa posso fare al riguardo?”

Secondo il punto di vista puramente umano, sembrerebbe non molto, perché la parola è stata detta e l’azione compiuta. Sembrerebbe impossibile ripercorrere i nostri passi e disfare quello che è diventato la nostra storia umana. Possiamo sentirci spinti ad analizzare il nostro dolore e ad imparare a filtrare i ricordi.

Ma non dobbiamo rimanere per sempre vittime delle nostre azioni o di quelle degli altri. Vi è un modo di redimere il passato e di espiare ed addirittura correggere gli errori che abbiamo compiuto: la guarigione permanente è a portata di mano. 

Comprendere maggiormente Dio è la chiave di volta. In Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, Mary Baker Eddy scrive: “E’ la nostra ignoranza riguardo a Dio, il Principio divino, che produce la discordanza apparente, e la giusta comprensione di Dio ristabilisce l’armonia” (pag. 390:7). Così se nel nostro passato esiste discordanza sotto forma di rimorso, dovremmo chiederci: “cosa devo conoscere riguardo a Dio che mi possa aiutare a superarlo?”.

Pensieri dolorosi legati ad errori del passato possono di fatto riportarci a Dio, anche se in realtà non siamo mai stati separati dall’Amore divino, nemmeno per un istante, perché è impossibile essere lasciati al di fuori del piano di Dio. Imparando meglio che Dio è onnipotente, Amore sempre presente, lo riusciremo a percepire sempre più chiaramente. Facendo eco a Giovanni nella Bibbia, Mary Baker Eddy scrive in Scienza e Salute che “Dio è Amore”. Prosegue poi spiegando: “Più di questo non possiamo chiedere, più in alto non possiamo guardare, oltre non possiamo andare” (pag. 6:21). Imparando che l’amore di Dio include tutto, realizziamo di poterci affidare al Suo potere, che ci abbraccia e protegge in ogni momento.

Nell’intera Bibbia troviamo l’amore di Dio per noi. Nel primo capitolo della Genesi apprendiamo che Dio è il nostro Creatore. Questo vuol dire che Dio è nostro Padre ed ha un piano per noi. E siccome Egli è Amore, non ci lascerebbe mai fuori da questo piano. Se ci sembra di aver commesso un errore in una determinata circostanza e ci troviamo intrappolati dal rimorso, conoscere la verità di Dio quale nostro amorevole Creatore può portare la guarigione completa.

Per esempio, dopo la laurea in Lingua inglese, non vedevo l’ora di trovare un posto di insegnante di inglese alle scuole superiori. Sfortunatamente scoprii che non c’erano posti disponibili nella mia zona. Ero scoraggiato, ma grato quando mio padre mi offrì un posto nella sua impresa di costruzioni, così accettai.

Tuttavia alla fine del primo anno non ero molto contento: le costruzioni non facevano per me, gli affari erano in rosso ed io volevo un’occupazione che mi consentisse di essere più creativo e che fosse più intellettualmente stimolante. Sentii il rimorso di non aver cercato più a fondo un posto di insegnante. Quella sensazione continuò ad intermittenza per tre anni. Lavoravo sodo—e non è che lottassi sempre con il rimorso, ma passai parecchie notti insonni. Diverse volte, tornato a casa dal lavoro, presentai a mia moglie di un nuovo progetto per tornare al mio obiettivo di diventare insegnante.

Probabilmente la parte migliore del posto nell’impresa di costruzioni era il rapporto che avevo con papà. Sapeva che non ero contento perché ne parlavamo molto. Lui capiva e più volte suggerì che avrei trovato la soluzione solamente nella preghiera. Papà mi diceva spesso che gli affari in realtà erano di Dio e che ogni loro aspetto era da Lui governato.

Una svolta avvenne quando fui eletto primo lettore per condurre i servizi nella nostra chiesa filiale della Scienza Cristiana. Era un impegno triennale che richiedeva molte ore di studio. Nonostante avvenisse in un momento in cui ero molto occupato con l’ufficio dell’impresa di costruzioni, accettai sapendo che questo nuovo incarico avrebbe richiesto studio e preghiera seri. Non vedevo l’ora di imparare a conoscere meglio Dio immergendomi nella lettura della Bibbia e di Scienza e Salute, mentre preparavo le selezioni per le riunioni del mercoledì sera e mentre mi esercitavo per i servizi della domenica.

Quando studiavo e pregavo per prepararmi ai Servizi, pregavo anche per la mia situazione. Queste preghiere mi portarono ad una comprensione più chiara che Dio era veramente l’unico Creatore che amava e si prendeva cura della Sua creazione. Cominciai a comprendere che ogni persona occupata negli affari di Dio era stata collocata lì da Dio stesso ed era quindi nel suo posto giusto, senza eccezione. Ovvero anche io! Il posto esatto in cui mi trovavo in quel momento, era dove Dio desiderava che io fossi. Quello che stavo facendo era ciò che Dio voleva che facessi. Non c’era spazio per chiedermi cos’altro avrei dovuto fare o per lamentarmi delle decisioni che avevo preso nel passato. Iniziai a realizzare che se era necessario un cambiamento, avrebbe dovuto essere da parte di Dio, non da parte mia. 

Rimasi con l’impresa di costruzioni—e i cambiamenti si realizzarono. Per il termine del mio incarico di Lettore, non eravamo più in rosso, le mie responsabilità nell’impresa erano aumentate e nell’arco di pochi anni fui in grado di collaborare con alcuni architetti di talento nella costruzione di importanti edifici nella nostra zona. Quei tre anni di studio e preghiera intensi continuarono a benedire la nostra impresa. Continuai a studiare e a pregare, e quelle preghiere sommate a quelle di papà, portarono soluzioni a molti difficili problemi di lavoro. Non ci trovammo mai più in rosso e 13 anni dopo chiudemmo l’impresa per seguire altre avventure.

Me ne andai senza rimpianti, con un cuore pieno di gratitudine per gli affari, per l’opportunità di lavorare fianco a fianco con mio padre e per la comprensione maggiore che ho avuto di cosa significhi conoscere l’amore di Dio ed “attendere alle cose del Padre mio” (Luca 2:49, secondo la versione King James). Non sapevo ancora che il mio futuro includeva lavorare in un centro per adolescenti, insegnando ai ragazzi la risoluzione dei conflitti, né avrei immaginato di avere l’opportunità di condividere la Scienza Cristiana in prigioni, in aule di scuola ed in rifugi per i senza tetto. Sebbene non sia mai diventato un insegnante scolastico, il piano di Dio si è dimostrato anche meglio.

Non esiste condanna nel Cristo, ma esiste correzione e trasformazione.

Nella sua autobiografia, Mary Baker Eddy scrive: “La storia umana ha bisogno di essere riveduta, e la narrazione materiale cancellata” (Retrospezione ed Introspezione, pag. 22:1). Possiamo imparare a farlo.

La testimonianza materiale è una storia di false rappresentazioni, non è la vera immagine di chi siamo e di cosa facciamo. È il luogo dove troviamo tutti i rimpianti per le azioni passate. Questa testimonianza inizia nel secondo capitolo della Genesi, con la storia di Adamo ed Eva nel giardino. Nello svolgimento della storia troviamo la coppia a conversare con un serpente maligno che li convince a mangiare il frutto di un albero il cui frutto Dio ha proibito loro di mangiare. La cosa seguente che i due comprendono è di essere nudi e che si stanno nascondendo da Dio.

Questo potrebbe essere il momento in cui ha origine il concetto di rimorso. È difficile immaginare Adamo ed Eva che si nascondono in giardino senza chiedersi: “perché abbiamo mangiato quel frutto?!”. Molta gente pensa a questa storia come la ragione di tutti i guai dell’umanità. Mary Baker Eddy descrive invece questa storia come un’allegoria che rappresenta una falsa visione della creazione. Io sono d’accordo: per me è la storia della creazione vista attraverso una lente materiale perché è diametralmente opposta alla testimonianza spirituale della creazione contenuta in Genesi 1, dove troviamo l’uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio e dove tutto è buono; quest’ultima è la creazione vista attraverso la lente spirituale. 

Quando spostiamo il punto di osservazione della nostra vita dall’uso della lente materiale a quello della lente spirituale, troviamo che gli elementi limitanti della materia sono rimossi. Allora vediamo la nostra vera storia collegata a quella divina; vediamo che siamo e siamo sempre stati l’espressione del bene; i sentimenti di tristezza riguardo eventi passati spariscono dalla nostra vita.

È la preghiera che ci aiuta a rimuovere la testimonianza materiale. In uno dei suoi scritti, Mary Baker Eddy afferma: “La preghiera è l’utilizzazione dell’amore col quale Egli [Dio] ci ama. La preghiera genera un desiderio risvegliato di essere buoni e di fare il bene. Essa fa nuove e scientifiche scoperte di Dio, della Sua bontà e del Suo potere. Essa ci mostra, più chiaramente che non lo vedessimo prima, ciò che noi già abbiamo e siamo; e soprattutto ci mostra ciò che Dio è” (No e Sì, pag. 39:20). Sapere cosa Dio è, è sempre il rimedio. Più conosciamo di Dio, più conosciamo della nostra vera natura. L’immagine e somiglianza esprime solamente ciò che Dio esprime, conosce solamente ciò che Dio conosce. Questo figlio o figlia spirituale non possiede rimorsi, nessun passato a luci e ombre.

Gesù viveva questo tipo di preghiera.  Le sue azioni utilizzavano il potere dell’amore di Dio nella guarigione e nella riforma delle moltitudini. Egli dimostrò la bontà ed il potere di Dio e rivelò le nostre vere identità di figli di Dio. La preghiera manifestava se stessa nell’amore del Cristo, guarendo tutti. Che si trattasse di una donna che da 12 anni aveva un flusso di sangue, di un uomo tormentato da una vita di cecità o di una donna adultera prossima alla lapidazione per il suo comportamento, l’amore cristico portava rinnovamento e sollievo.

Si trattava di quello stesso amore cristico che aveva confortato ai discepoli di Gesù mentre li aiutava a superare le loro limitazioni così che potessero svolgere il lavoro che erano chiamati a compiere.  Il discepolo Pietro è un esempio emblematico. Pietro era un entusiasta, sembrava fosse il primo a parlare o il primo ad agire in molte delle situazioni in cui si trovarono i discepoli. La volta che Gesù camminò sulle acque, Pietro saltò fuori dalla barca per unirsi a lui ed iniziò ad affogare (vedere Matteo 14:25-33). Non è difficile immaginare che egli possa aver pensato: “Perché mai sono saltato fuori dalla barca?”. Ed era lui che sfidò Gesù quando disse ai suoi discepoli che sarebbe stato crocifisso. Gesù lo rimproverò, suggerendo che Pietro stava ascoltando Satana (vedere Marco 8:33). Penso che Pietro possa aver pensato: “perché ho detto questo?”. Pietro fu quello che, quando interrogato, negò per tre volte di essere mai stato con Gesù. Quando realizzò quello che aveva fatto, uscì a piangere (vedere Marco 14:66-72). Se dovessimo giudicarlo per la sua storia, quello avrebbe potuto essere il colpo di grazia per Pietro come discepolo.

Invece cosa accadde? Quando Gesù lo vide dopo la resurrezione, non ci fu alcuna condanna. Solo perdono e amore. Quando interrogato, Pietro confermò tre volte che amava Gesù, e questi gli diede istruzione di andare a “pascere le sue pecore” o, in altre parole, di portare aiuto alla gente (vedere Giovanni 21:15-17); negli Atti degli Apostoli troviamo che è proprio ciò che Pietro fece. Lasciati dietro alle spalle i suoi momenti di rimorso, egli portò guarigione a molti ed addirittura resuscitò i morti. Attraverso l’intero Nuovo Testamento troviamo evidenza che l’amore del Cristo non era presente solo per riformare, ma anche per trasformare. Pietro è un esempio di questa trasformazione: da semplice pescatore divenne capo di una chiesa e guaritore straordinario. 

Quello stesso potere trasformatore è qui per tutti noi.  Se abbiamo compiuto qualcosa nel passato di cui ci pentiamo o abbiamo la sensazione di essere stati vittima di qualcosa, sebbene sembri trattarsi di una parte permanente della nostra storia, possiamo pregare. Le preghiere che ci aiutano a comprendere meglio Dio, trovano risposta se il nostro movente è puro e siamo impegnati a compiere il bene. Possiamo aspettarci di sentire l’amore del Cristo come risposta a queste preghiere. Non esiste condanna nel Cristo, ma esiste la riforma e la trasformazione. Un passato doloroso viene cancellato con la consapevolezza che noi siamo e sempre siamo stati, l’idea perfetta di un Dio onnipotente e che tutto ama.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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