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Un mondo senza conflitti

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 9 ottobre 2015

Originariamente pubblicato sul numero del 28 novembre 1988 del Christian Science Sentinel 


In un mondo dove conflitti e scontri di confine sembrano predominare fra la gente, è una gioia trovare una zona dove la pace fra paesi costituisce invece la norma. Il confine non fortificato più lungo del mondo è quello fra il Canada e gli Stati Uniti d’America. Lo spirito di cooperazione e gli interessi comuni sono qui simbolizzati dal Waterton/Glacier International Peace Park, parco le cui cime e valli si estendono a cavallo fra la provincia canadese di Alberta e lo stato americano del Montana. Istituito cinquantasei anni fa, questo parco si trova sul versante occidentale del confine lungo quasi quattromila miglia tra queste due nazioni.

Il volantino informativo del Waterton/Glacier Park incoraggia i visitatori a godere della tranquilla bellezza dei laghi, delle montagne, della fauna selvatica e a trovare la pace. "Accogliamo col sorriso la varietà degli accenti e apprezziamo le differenze e le somiglianze dei due territori", dice il volantino, che poi aggiunge: "Abbiamo abbastanza pace da condividere. Portatevene un po’ a casa" (Guida Waterton/Glacier, luglio 1988).

Gli insegnamenti di Gesù Cristo ci parlano del pacifico regno di Dio. Apprendendo sempre di più questa divina realtà, cominceremo a vedere che noi tutti possiamo condividere una consonanza con Dio attraverso il Cristo, che Gesù ha rappresentato. Egli ha messo in luce l’unità che esiste adesso fra Dio e la Sua idea, l’uomo. Iniziando quindi a identificarci, non come belligeranti mortali, ma come membri di una famiglia spirituale il cui  Padre è Dio, contribuiremo a stabilire una civiltà in cui lotte e conflitti non potranno continuare per sempre e la realtà della fratellanza in Cristo incomincerà ad apparire.

Scrivendo ai cristiani di Efeso, l’apostolo Paolo spiega: "Ma ora, in Cristo Gesù, voi che già eravate lontani, siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo. Poiché è lui ch’è la nostra pace…” (Efesini 2:13, 14). Attraverso la viva compassione cristiana che tutti avvolge, inizieremo ad amare in modo più universale. L’amore, quando si vive, abbatte le barriere che separano e dividono gli individui e le loro nazioni, e aiuta a portare la pace.

Acquisendo una comprensione più profonda della nostra unione con Dio attraverso il Cristo, scopriremo che i nostri pensieri saranno meno esclusivi e più inclusivi. Paolo descrive per sommi capi questo processo di spiritualizzazione del pensiero. Egli spiega che è per il tramite del Cristo che tutti noi "abbiamo accesso al Padre in un medesimo Spirito." E ci incoraggia: "Voi dunque non siete più né forestieri né avventizi; ma siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio" (Efesini 2:18, 19). 

Paolo aveva compreso che abbiamo tutti un legame comune, giacché cittadini del regno di Dio. Ci mostra la possibilità di andare oltre i confini imposti dai sistemi artificiali dell’uomo che identificano uomini e donne secondo la loro razza, la loro nazionalità e la loro lingua. Possiamo trovare un concetto spirituale di cittadinanza più vasto nella famiglia di Dio.

In qualità di membri della "casa di Dio", tutti noi abbiamo gli stessi diritti di figli e figlie di un solo Padre. Quando iniziamo a trovare il nostro posto in questa famiglia che tutto abbraccia, non perdiamo la nostra individualità più di quanto non la perderemmo nell’ambito ristretto della nostra famiglia. Ogni membro è, piuttosto, incoraggiato a sviluppare il proprio distinto potenziale di figliuolo di Dio, per sempre accudito e resi forti dall’Amore divino.

I confini vengono solitamente stabiliti per proteggere gli interessi di un gruppo contro un altro. Troppo spesso sono la paura, l’ingordigia e la mancanza di fiducia a costituire le barriere che devono essere superate. Queste linee di confine mentali possono essere abbattute trovando quella fiducia che ci identifica come membri di una famiglia spirituale, di cui Dio è il Padre. È così che percepiremo il governo della legge divina—la legge di Dio, Principio—che salvaguarda i diritti di ogni individuo, e potremo godere di una più grande libertà.

Mary Baker Eddy, scopritrice e fondatrice della Scienza Cristiana, incoraggia uomini e donne ad affermare la propria libertà dalla schiavitù riguardo alle restrizioni avventizie inventate dall’uomo. Ella scrive: "Cittadini del mondo, accettate 'la libertà della Gloria dei figliuoli di Dio,' e siate liberi! Questo è il vostro diritto divino" (Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, pag. 227).

Un mondo senza conflitti può a molti sembrare un sogno irrealizzabile. Tuttavia, una percezione spirituale più ampia aiuterà pian piano a stimolare una reciproca intesa fra le persone—una condivisione delle esperienze comuni e un rispetto per le preoccupazioni e gli interessi gli uni e degli altri. Il Cristo—potenza attiva della coscienza umana —ha un suo modo di aprire il cuore e la mente alle infinite possibilità dell’essere, mentre accordiamo la vita e il pensiero alla legge dell’armonia e della pace di Dio.

Possiamo aspettarci di vedere zone in cui i conflitti fra nazioni vanno dissolvendosi. Per esempio, oggi in Europa si parla del "1992", l’anno in cui le dodici nazioni della Comunità europea pianificano la costituzione di un unico mercato interno, e un unico passaporto basterà per tutte le nazioni-membro. Tali considerazioni, solo  cinquant’anni, fa sarebbero state inconcepibili!

Pregando il Padre Nostro impariamo a identificarci quotidianamente come figli e figlie di Dio e a riconoscere tutti gli altri allo stesso modo. Così facendo, avvicineremo il giorno in cui tutti i popoli si ritroveranno liberi cittadini del regno di Dio e potranno vivere in un mondo che non erge più barriere a una pace duratura.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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