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Integrità negli affari

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 16 luglio 2015

Originariamente pubblicato sul numero del 10 ottobre 1994 del Christian Science Sentinel


In un mondo che la maggior parte di noi trova molto sofisticato, siamo talvolta portati a credere che l’integrità possa essere flessibile, soggetta a qualunque circostanza possiamo incontrare: una definizione di integrità riferita agli affari, mi fu data una volta da un esempio invece che a parole. Da giovane agente di borsa, mi era stata affidata la responsabilità di aprire una nuova filiale e trovare un manager, cosa che feci, ma alcuni mesi più tardi, fui convocato in sede dai soci della società. Sembrava che il manager che avevo assunto avesse messo dei titoli appena usciti sul mercato, sul conto della suocera e questo risultava essere un guadagno sostanziale ed anche illegale. Il socio più anziano, uomo conosciuto per la sua grande integrità personale, ascoltò pazientemente come provai a giustificare la condotta del manager. Evidenziavo le sue buone qualità e citavo questa azione come un deplorevole scivolone, generato da un’apparente incapacità, in questo caso particolare, a realizzare la differenza fra un’azione corretta ed una scorretta. Quando ebbi terminato la mia spiegazione, mi domandò con calma “e tu l’avresti fatto”? Queste cinque parole posero fine alla discussione: sapevo che non l’aveva mai considerato per sé ed evidentemente sentiva che neppure io.

C’è un bell’inno che recita:

Qualsiasi cosa offuschi il tuo senso della verità

Oppure macchi la tua purezza,

Come un leggero alito di vento estivo,

O consideralo per te peccato.

(Inno n. 383)

Attraverso l’intera Bibbia, sia nel Vecchio Testamento sia nel Nuovo, troviamo esempi di grande integrità: Daniele ebbe la sua fede provata al massimo quando gli fu assegnato il più alto grado di presidente della corte del re Dario. La sua nomina portò a gelosie e ad un intrigo di Corte allo scopo di ucciderlo (vedasi Daniele, capitolo 6).

Quando ci alleiamo all’onestà, ci poniamo direttamente sotto la protezione e la guida di Dio.

Influenzato dagli altri principi che facevano appello al suo ego, Dario emise un decreto secondo il quale nessuno poteva fare alcuna petizione a nessun Dio o uomo eccetto al re stesso, ma Daniele rifiutò di obbedire a questa legge e continuò a pregare Dio come faceva prima. Per Daniele vi era un unico Dio e lui sapeva senza alcun dubbio che Dio lo avrebbe messo in salvo. Dario realizzò la follia del decreto e fece di tutto per salvare Daniele dalla punizione di venir gettato nella fossa dei leoni. Secondo le leggi del regno tuttavia, persino il re stesso non poteva annullare il decreto una volta emesso. Sentiamo la fine di questo bel racconto, forte di integrità, nelle parole di Daniele al re: “Il mio Dio ha mandato il suo angelo, e ha chiuso la bocca de' leoni che non m'hanno fatto alcun male, perché io sono stato trovato innocente nel suo cospetto; e anche davanti a te, o re, non ho fatto alcun male”.

Prendere posizione per la verità ed per l’integrità in un affare disonesto può non essere necessariamente una minaccia alla nostra vita, ma le minacce di ritorsione possono essere molto serie. Esse possono includere ostracismo, retrocessione ed addirittura la perdita del posto di lavoro o posizione. Prendere posizione a favore dell’integrità poggia su una base molto più forte quando siamo in grado di comprendere, come ha fatto Daniele, che non stiamo semplicemente ed umanamente prendendo una solida posizione morale ma piuttosto stiamo testimoniando l’integrità quale qualità di Dio. Mary Baker Eddy spiega questo punto in Scienza e Salute. Scrive: “l’onestà è potere spirituale. La disonestà è debolezza umana che compromette l’aiuto divino” (pag. 453:17).  Quando ci alleiamo all’onestà, ci poniamo direttamente sotto la protezione e la guida di Dio.

L’esempio ultimo di integrità come qualità spirituale di Dio fu reso da Cristo Gesù sulla croce. La sua resurrezione e il suo trionfo poterono essere compiuti solamente grazie alla sua consapevolezza che egli era veramente figlio di Dio e come tale rifletteva tutte le qualità di Dio, inclusa la Vita stessa.

La sua Vita non poteva venirgli strappata e Dio lo resuscitò al di sopra del peggio che il mondo gli potesse infliggere. L’integrità della sua missione rimase inviolata. Questa comprensione dell’integrità basata su Dio, forzò Gesù costantemente a proclamare la verità e testimoniare l’uomo fatto a somiglianza di Dio.

La visione materialista dell’uomo è che egli possieda coscienza e volontà separate da Dio—libere di prendere decisioni indipendenti che sono o buone o malvagie: questa credenza presenta una terribile parodia di Dio e dell’uomo creato a Sua somiglianza. Implica cioè che Dio non sia veramente Tutto-in-tutto, che esista un altro potere chiamato male di cui Dio sia a conoscenza e con il quale Dio debba condividere il potere. Questo senso materiale di vita ha portato a tutto il peccato, la malattia e la morte da quando è iniziata l’illusione umana di tempo e vita nella materia.

Non dovrebbe sorprenderci dove ci porta questo ragionamento basato sulla materia: per alcuni, integrità e affermazione della verità sono appropriati solo quando è conveniente; altri si indeboliscono quando la pressione a testimoniare a favore della verità diventa troppo alta; per quelli con morali più forti, la vita può diventare un’altalena fra il fare il bene e poi scivolare nel male. Possiamo provare ad essere buoni, ma troppo spesso scivoliamo.

Evadere dal sogno dell’esistenza materiale richiede impegno, prontezza di spirito e disciplina per esprimere l’integrità del vivere spirituale, basato su Dio. È importante sorvegliare i nostri moventi: essi ci spingono sulla linea d’azione che colma di benedizioni noi e coloro attorno a noi, oppure ci spingono verso vicoli ciechi di superficiale materialismo. Per rompere questo ciclo, abbiamo bisogno di un modello da seguire in ogni cosa che pensiamo e facciamo. Dove possiamo trovare un tale modello? Un modello sempre a disposizione in qualsiasi circostanza ci troviamo è la vita di Cristo Gesù.

Quando siamo dubbiosi su cosa fare, possiamo porci la semplice domanda: “cosa direbbe o farebbe Gesù in una circostanza simile?”. La risposta potrebbe non essere sempre gradita, ma se la seguiamo con integrità, troveremo le leggi di Dio, della Verità, che non solo ci guidano verso maggiore illuminazione e progresso, ma anche ci proteggono, avvolgendoci nel Suo amore e nella pacata convinzione di aver compiuto il giusto.

Quale popolo di integrità, teso a conoscere e a riflettere Dio, supereremo progressivamente pensieri o azioni che potrebbero ferire i nostri simili o noi stessi; resisteremo a qualsiasi credenza nella mancanza, che potrebbe portarci ad essere disonesti, capiremo che la Mente divina, Dio, conosce tutte le nostre necessità ed è completamente in grado di soddisfarle. Dipenderemo sempre meno dalle cose materiali, denaro o potere per il nostro benessere.

Una persona che veramente ama se stessa ed i suoi simili, non può mancare di integrità. Non può essere disonesta con se stessa, con il suo Esempio Cristo Gesù né con Dio. Tu puoi essere, anzi tu sei questa persona.


Beato l'uomo che sostiene la prova; perché, essendosi reso approvato, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che l'amano. (Giacomo 1:12)

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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