Una delle grandi ingiustizie della storia è una che in molti hanno provato: la sofferenza per aver compiuto un atto giusto. Il fatto potrebbe essere molto semplice, come quello di un’amica che mi ha raccontato di un vicino che si era comportato aspramente verso di lei perché aveva frainteso un commento che intendeva essere un aiuto. Per lei, tale atteggiamento era stato veramente ingiusto e le aveva causato molto dispiacere. Poi ci sono le ingiustizie più grandi, come una persona detenuta per anni per un reato non commesso: stava compiendo qualcosa di giusto, ma a causa dell’errore di un testimone oculare che tentava di riconoscere il vero malvivente, quest’uomo fu condannato ingiustamente. Alla fine fu provata la sua innocenza ed egli fu scarcerato, ma un’ingiustizia era stata fatta.
Esempi di ingiustizie minori e maggiori sono così frequenti che Mary Baker Eddy tratta questo argomento nel suo libro Scienza e Salute con Chiave delle Scritture. Infatti ad un certo punto dedica circa 12 pagine all’approfondimento del problema della sofferenza per aver commesso qualcosa che nelle intenzioni era utile e buono (pag. 430-442). L’autrice utilizza un esempio che simbolizza una vasta gamma di esperienze ingiuste: descrive un personaggio immaginario che si assume troppi impegni nel tentativo di aiutare un amico. Come risultato di questo nobile gesto, egli si ammala. Viene “processato” per aver agito violando certe “leggi sanitarie”. Infatti viene processato per il “reato” di aver aiutato qualcuno in stato di bisogno.
Mary Baker Eddy definisce questa allegoria un “caso mentale”. Riconoscere la situazione come mentale mi ha aiutato a capire come applicarla ad una serie di ingiustizie. Essa dimostra, almeno per come io interpreto il caso, come il “Giudice Medicina” potrebbe simboleggiare un tipo di giudizio ben oltre una questione medica. A mio avviso il Giudice Medicina sta a significare il modo terreno, o basato sulla materia, di giudicare molti aspetti nella vita. Si potrebbe dire che questo modo di giudicare è troppo spesso costituito dall’insistenza sul fatto che l’unico modo legittimo di valutare una situazione è l’idea che la materia ha autorità finale per come si viva o addirittura se si viva. In un certo senso, il Giudice Medicina sta dicendo che se non accetti la materia come sostanza fondamentale della tua realtà, ne paghi il prezzo. Se non ti pieghi alla materia come autentico potere, il Giudice ti imporrà una pena.
Una piccola spiegazione sulla materia: io non credo che usare questo termine sia un modo ideale di identificare le cose che ci circondano, cioè di descrivere la sostanza di ciò che siamo abituati a vedere e toccare. Ho trovato d’aiuto pensare alla sostanza come ad un tipo di energia. La Scienza Cristiana utilizza termini come “l’energia dello Spirito” o “energia divina”. La materia potrebbe venire descritta non come sostanza in sé ma come la credenza che la sostanza o energia divina possa essere vulnerabile. Si tratta della supposizione che la sostanza o armonia dello Spirito possa venir trasformata in disarmonia o discordia, malattia o limitazione.
La vera sostanza è l’energia divina dello Spirito, pura e perfetta. La materia è l’illusione che questa energia non sia divina, che possa diventare dissimile da Dio, imperfetta e mortale invece di essere immortale. La mente mortale è una supposta mente separata da Dio. E la materia è la supposizione della sostanza da parte della mente mortale. La materia è un concetto erroneo che non è assolutamente sostanza, anzi si sbaglia completamente circa la natura della sostanza. Ma la mente mortale prova a dirci che la materia è sostanza e che questa sostanza è vulnerabile. Dobbiamo decidere se credere o meno alla materia ed alla sua fonte erronea, una mente mortale ingannevole.
Tutto questo sicuramente allarga la visuale su come interpretare il Giudice Medicina. Talvolta penso che potrebbe essere facilmente definito “Giudice Materia”. Questa descrizione allargata mi ha messo in grado di riconoscere come un modo materiale di giudicare gli eventi apre la porta a molteplici ingiustizie. Tornando al racconto in Scienza e Salute, questo signore aiuta il vicino; tale aiuto risulta in affaticamento ed egli si ammala. Usando le parole della storia: “viene accusato di aver commesso il reato di mal di fegato” (pag. 430) e così la trama narra come questa povera persona venga processata con il Giudice Medicina che supervisiona quella che potrebbe venir descritta come la giuria del senso materiale.
Alla fine l’imputato indifeso viene giudicato colpevole ed il Giudice insiste che debba pagare una pena per aver fatto del bene. Troppo spesso mi capita di vedere come si finisca ad essere il colpevole. Talvolta facciamo cose che sono tutt’altro che cattive, eppure ci capitano cose brutte. Ed uno dei problemi è che il Giudice Medicina sembra avere il controllo ultimo sulla vita di ognuno. Di nuovo, il “Giudice” è essenzialmente un simbolo dell’insistenza del mondo che tutto debba essere valutato da una prospettiva basata sulla materia. Basato sulla materia significa da un punto di vista di vulnerabilità invece che sulla base della totalità e perfezione dello Spirito.
Il Giudice è terribilmente severo! “Il Giudice Medicina procede quindi a pronunciare la solenne sentenza di morte contro il prigioniero… Per questo delitto l’Uomo Mortale viene condannato ad essere torturato a morte” (pag. 433). Quindi, per il crimine di compiere il bene, la vittima viene condannata ad una malattia mortale. Ma potrebbe anche benissimo venir condannato ad un incidente, all’invecchiamento o all’effetto avverso dell’odio che può essere chiamato assassinio mentale, o a qualsiasi altro tipo di ingiustizia venga immaginato nell’ambito di un senso mortale dell’esistenza. Questo pretenderebbe di torturarci fino a quando la nostra gioia o salute, gratitudine o ispirazione, muore.
In questa visione materiale della realtà non vi è alcuna garanzia di giustizia. Si potrebbe dire che le cosiddette leggi della materia hanno legato per bene le mani del Giudice Medicina che non ha molta scelta. In realtà vi è un solo modo per ottenere giustizia, e non si troverà nell’aula del Giudice Medicina. Dobbiamo spostarci in una corte più alta. In questa storia, viene fatta richiesta d’appello alla Suprema Corte dello Spirito, dove la Scienza Cristiana diventa il legale dell’uomo ingiustamente condannato.
Se non avete letto questo racconto, ritengo si tratti di una storia ispiratrice, soprattutto quando la scena si sposta dalla Corte dell’Errore a quella dello Spirito. “La Scienza Cristiana distogliendosi dai testimoni confusi, con parole simili a bagliori lampeggianti…” (pag. 439), mentre sfida il Giudice Medicina dice: “Ora, quale azione può aver maggiore giustificazione di quella fatta per il bene del prossimo? Perché allora, in nome della giustizia oltraggiata, condannate l’Uomo Mortale per aver provveduto al bisogno del suo simile in obbedienza alla legge divina? Voi non potete calpestare il decreto del Tribunale Supremo” (pag. 440).
Leggete questa allegoria dal punto di vista di qualsiasi ingiustizia sia stata commessa contro di voi, che si tratti di giorni fa o di anni fa. Lasciate che vi mostri il bisogno vitale di uscire dalla Corte dell’Errore, senza continuare a vivere la sentenza che il Giudice Materia ha emesso contro di voi, ed andate alla Corte dello Spirito. Poi lasciate che questo caso vi illustri la bravura dell’avvocato Scienza Cristiana nel portare giustizia nella vostra vita. Mi piace pensare a come la nostra vera natura sia descritta nelle parole del Presidente della Corte Suprema dello Spirito che capovolgono la sentenza precedente: “La [tua] figura [è] eretta e imponente, il [tuo] volto raggiante di salute e felicità” (pag. 442).
Qualunque sia l’ingiustizia, e in qualsiasi momento sia avvenuta, tu sei innocente. È ora di rimuovere dalla tua vita la sentenza del Giudice Materia. Tu non sei vulnerabile. È ora di capovolgere questo errore. Sei sempre stato innocente agli occhi di Dio. Il Cristo è qui a sostenere la tua libertà. E tu sei in piedi davanti al Presidente della Suprema Corte dello Spirito, pronto per essere rilasciato. È ora che tu ottenga giustizia!