Ovunque nel mondo c’è desiderio di pace e non solo stabilità per alcune aree e guerra per altre; ciò che stiamo veramente cercando potrebbe essere definita la “pace perfetta”. Come potrebbe essere la pace perfetta? E come potremmo riconoscerla?
La Bibbia in Isaia 26:3 promette: “Tu [Dio] mantieni in una pace perfetta colui la cui mente rimane ferma in te, perché confida in te” (secondo la versione inglese King James). Avere la nostra mente ferma in Dio significa mantenere la nostra consapevolezza così piena di pensieri di Dio da non lasciare spazio per nient’altro. Significa vedere il mondo e tutto quello che c’è in esso nel modo in cui Dio lo vede. E come lo vede Dio? Il primo capitolo della Genesi termina affermando: “E Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono” (Genesi 1:31). In questa bella visione, non c’è spazio per conflitti, discordia o guerra.
Eliseo, uno dei profeti descritti nell’Antico Testamento, ci diede un esempio su come ottenere la “pace perfetta”. Il sesto capitolo di II Re descrive come Eliseo prese parte a quella che sembrava una guerra prolungata tra Israele e Siria ed afferma che il re di Siria dichiarò guerra ad Israele e mandò il suo esercito all’inseguimento di quello israeliano. Eliseo riusciva a discernere i piani della Siria attraverso la preghiera e per almeno tre volte avvisò il re di Israele su dove fossero i siriani, così da evitare lo scontro (II Re 6:10). Il re di Siria voleva catturare Eliseo per portarlo con sé in Siria e mandò un gran numero di soldati con cavalli e carri a circondare la città di Dothan, dove Eliseo si trovava. Il mattino seguente, il servitore di Eliseo vide l’esercito intorno alla città e ne fece un preoccupato resoconto al profeta. Tuttavia la mente di Eliseo era così ferma in Dio da poter vedere che le forze di Dio che lo appoggiavano erano maggiori delle forze del nemico. Eliseo pregò che gli occhi del servitore si aprissero e quando si aprirono, egli “vide a un tratto il monte pieno di cavalli e di carri di fuoco intorno ad Eliseo” (II Re 6:17).
La storia continua con l’accecamento dei soldati siriani, quindi Eliseo li guidò dal re di Israele, dove i loro occhi vennero riaperti. Il re di Israele chiese se avrebbe dovuto ammazzare l’esercito siriano, ma Eliseo gli disse di dare loro acqua e cibo e di rispedirli indietro. L’esercito ritornò dal re di Siria e la Bibbia racconta che “le bande dei Sirî non vennero più a fare incursioni sul territorio d'Israele” (versetto 23). In altre parole, era stato raggiunto un livello di “pace perfetta”—le nubi della guerra si erano dissipate attraverso la realizzazione della bontà di Dio al di sopra di qualsiasi altra cosa.
Per fare un esempio più recente, durante la guerra russo-giapponese nel 1904/05, la Scopritrice e Fondatrice della Scienza Cristiana, Mary Baker Eddy, scrisse un articolo intitolato “Come placare il conflitto” che includeva le seguenti parole: “Il Primo Comandamento del Decalogo ebraico—“Non avere altri dii nel mio cospetto”— se ubbidito, è sufficiente a placare tutti i conflitti (The First Church of Christ, Scientist, and Miscellany, pag. 279) . Come possiamo obbedire al Primo Comandamento? Mantenendo le nostre menti così ripiene della bontà di Dio che non vi sia spazio per nient’altro. Facendo questo noi riconosciamo che non vi è altro potere né altra intelligenza oltre a Dio. Non importa in quale situazione umana ci sembra di trovarci: che stiamo assistendo ad un conflitto a livello interpersonale o internazionale, una mente piena di bontà spirituale è in pace.
Diversi mesi dopo aver scritto l’articolo, Mary Baker Eddy richiese che tutti i membri della Chiesa Madre pregassero affinché Russia e Giappone terminassero la guerra pacificamente. Uno studente della Scienza Cristiana russo-americano, Morris Weber, le scrisse riportando la sua difficoltà iniziale a seguire la sua richiesta di pregare per la pace. Egli descrisse ciò che aveva ricavato dalla sua preghiera continua: “In quel momento percepii una gran pace perché riuscii a vedere la fraternità dei figli di Dio, perfetti ed eterni e questo convincimento scacciò via tutto il pregiudizio e lasciò l’Amore a governare supremo” (“A Russian on Peace,” Sentinel del 21 ottobre 1905).
Questa preghiera non punta forse verso la “pace perfetta” di cui parla la Bibbia? Ha superato la forte difficoltà o resistenza che Weber provava e gli ha consentito di pregare con imparzialità per arrivare alla fine del conflitto. Mentre preghiamo, percepiamo messaggi spirituali di pace che arrivano da Dio e possiamo comprendere che abbracciano tutti coloro che sono coinvolti in un conflitto. Bisogna aggiungere che la guerra russo-giapponese terminò con il Trattato di Portsmouth che risolse le dispute di ambedue i Paesi e portò alla pace che si è mantenuta per oltre 30 anni.
“Io vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà”
—Cristo Gesù da Giovanni 14:27
In Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, Mary Baker Eddy afferma che il Primo Comandamento è il suo testo preferito (vedi pag. 340). Più avanti in questa stessa pagina afferma: “Un Dio infinito, il bene, unifica uomini e nazioni; costituisce la fratellanza dell’uomo; mette fine alle guerre; adempie il detto delle Scritture “ama il tuo prossimo come te stesso”…”. Questi sono i risultati armoniosi e pacifici che devono avvenire quando guardiamo alle cose come Dio le guarda, riconoscendo che la Sua creazione non include alcun elemento di violenza o conflitto. Non conta ciò che ci troviamo ad affrontare: sia esso a livello personale o di comunità locale, nazionale o internazionale, la “pace perfetta” può essere il risultato.