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Afflizione o grazia?

Il dono della grazia guarisce il cuore oppresso e rivela la vita come eterna.

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 1 luglio 2010

Tradotto da The Christian Science Journal, dicembre 2009


Nella mia pratica della Scienza Cristiana, mi capita talvolta che qualcuno mi telefoni e dica: «Amo la Scienza Cristiana, non dubito del suo potere guaritore, ma dubito della mia abilità di dimostrarla. Ho ancora tanta strada da percorrere prima di poter esser degno di guarire». Tanta strada da percorrere per comprendere Dio, dichiara.

Tuttavia un vecchio inno molto bello ci rassicura:

 

«Non quello che io sono, o Signore, ma ciò che Tu sei
Quello, quello solo può essere il vero riposo dell'anima mia;
Il Tuo amore, non il mio, comanda e paura e dubbio ci lasciano
dando pace al mio cuore agitato».
(Horatius Bonar, Innario della Scienza Cristiana, n° 195).

Siamo grati del fatto che la guarigione cristiana non abbia niente a che fare con ciò di cui un individuo è degno, ma  con la grazia, col sapere chi è Dio e quale sia la nostra relazione con Lui. Un dizionario definisce la Grazia come un «bene non meritato», cioè il bene che non abbiamo guadagnato, o meritato, o a cui avevamo diritto, ma il bene che abbiamo come dono di Dio. Mary Baker Eddy spiegò a sua volta che nella Scienza Cristiana tutta la guarigione è compiuta per mezzo della grazia, che ella descrisse come «l'effetto di Dio compreso» (Scienza Cristiana contro Panteismo, pag.10).

La guarigione non deriva da una forte determinazione ad essere migliori, o dalla quantità di passaggi che abbiamo cercato nella Bibbia o negli scritti di Mary Baker Eddy. Comunque, mentre leggiamo e studiamo questi passaggi, (tangibile evidenza che Dio è con noi) troviamo che è la frase o la parola che veramente amiamo  quella che colpisce la nostra esperienza personale e ci rende capaci di percepire la grazia di Dio. Questa grazia non conduce mai all'egotismo, o alla credenza in falsi sistemi mentali che ci assicurano che tutto quello che dobbiamo fare è visualizzare ciò che desideriamo ottenere. Com'è lontano questo concetto dall’affidamento del pensiero alla totalità di Dio e al potere redentore del Suo spirito, o Cristo! Il Cristo viene a noi proprio dove siamo, mentre ci sentiamo malati, poveri o afflitti. Viene per distruggere tutto ciò che falsamente si crede, assicurandoci che non vi è affatto distanza fra noi e Dio.

Possiamo accettare senza indugio il bisogno continuo di crescita nella nostra comprensione di Dio, specialmente quando sembra che la guarigione tardi ad arrivare. Ma abbiamo l'umiltà di ammettere che siamo esattamente ciò che Dio ha in Mente? Gli scientisti cristiani hanno tradizionalmente accettato il bisogno di crescere nella comprensione. Tuttavia, invece di desiderarla ardentemente, che ne direste di essere abbastanza radicali da ammettere che noi siamo perfettamente compresi da Dio ora – perfettamente compresi dall'intelligenza infinita che ci ha creato e conosce ogni dettaglio del nostro essere? Questo significa conoscere veramente la verità che ci rende liberi.

La preghiera: «Dacci grazia per oggi;....» (interpretazione spirituale di Mary Baker Eddy del versetto «Dacci oggi il nostro pane quotidiano» dal Padre nostro), indica che la grazia è il pane o l'elemento essenziale della vita. Mediante la crescita in grazia,  «...espressa in pazienza, mansuetudine, amore e buone opere» (Scienza e Salute, pagg.17 e 4:5-6), intuiamo ciò che Dio conosce, e lo sentiamo nostro.

Quanto siamo avvantaggiati dalla grazia di Dio di avere l'esempio del suo figliuolo, Gesù Cristo! Il perdono di Gesù per coloro che lo perseguitarono fu indubbiamente immeritato, non guadagnato, ma egli c'insegnò con mansuetudine a pregare per coloro che ci perseguitano (vedi Matteo 5:44). La persecuzione sembra creare nel cuore una lacerazione che soltanto l'Amor divino può sanare. Non ci viene mai chiesto di amare il peccato, ma di pregare per vedere i nostri nemici come Dio li vede, per esempio: «Padre, mostrami come vedi questo Tuo figlio. Fa che possa vederlo come Tu lo vedi». Tale preghiera può in se stessa costituire uno stato di grazia.

Quando consideriamo ciò che Dio ha fatto per noi individualmente, possiamo cogliere chiaramente il messaggio della parabola di Gesù del servo malvagio che ci mostra come non si debbano mai porre limiti al perdono. L'uomo a cui era stato perdonato il suo debito di mille talenti perseguita il debitore che gli deve 100 denari. Gesù mostra la terribile contraddizione e ci costringe a ricordare quotidianamente quanta misericordia e perdono stiamo ricevendo. Questa è la grazia di Dio.

L'amore di Gesù per l'umanità, dimostrato nell'accettare la crocifissione in modo da darci la prova che la vita è indistruttibile, dev'essere il più gran dono della grazia – di un bene immeritato dato liberamente – alla storia umana. Poiché chi l'avrebbe creduto se fosse stato semplicemente detto loro: «La vita è eterna?».

Dopo la scomparsa di mio marito a cinquant’anni, sentii questo dono della grazia come mai prima. Sentii veramente la presenza di Dio con me, e se mai dubitai, il vuoto fu istantaneamente riempito da una verità spirituale che inondava il pensiero. Per esempio, una notte pochi giorni dopo, mentre guardavo la magnifica luna piena che splendeva sulla laguna, mi intristii per non poter condividere questa bella scena con mio marito. Poi, immediatamente mi venne in mente un pensiero che non avevo mai avuto prima. Mi resi conto che, dal momento che c'è un solo Dio che ha creato un unico universo, incluso l'uomo, allora coloro che sono trapassati devono vivere una qualche versione di tutto ciò che consideriamo buono e bello qui sulla terra. Allo stesso modo, il pensiero che la verità contenuta nella Bibbia e negli scritti di Mary Baker Eddy deve, in qualche forma, essere disponibile a mio marito e a tutti i trapassati, mi liberò dai miei pesi. Dio si sarebbe continuamente preso cura di mio marito provvedendo a tutto ciò di cui avesse avuto bisogno per la felicità e la crescita spirituale. Non è che  apprendiamo tutte lezioni di vita qui sulla terra. Passeremo da questa «scuola preparatoria» ad un'altra, finché avremo la preziosa comprensione che la vita è indistruttibile.

Quando vedo la bellezza e la maestà della terra, la creatività dell'uomo, la guarigione che viene attraverso la comprensione di Dio e del Suo Cristo, mi sento sopraffatta dalla gratitudine per il nostro Padre-Madre e per la sua meravigliosa grazia.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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