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La sostanza e la pratica pubblica della Scienza Cristiana

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 1 aprile 2010

Tradotto da The Christian Science Journal, marzo 1990


Anni fa, dopo aver iniziato la pratica pubblica della Scienza Cristiana, spesso temevo di non riuscire a far fronte alle spese e alle bollette di famiglia. Infatti non avevamo risparmi. Uno dei nostri figli andava alle elementari e l'altro stava iniziando le medie. Avevamo un mutuo da pagare, spese per il vitto e per le bollette di casa, e un debito di parecchie migliaia di dollari che avevo contratto prima di intraprendere la pratica.

Ogni volta che arrivava una nuova bolletta mi spaventavo. Spesso mettevo semplicemente quelle buste nel cassetto della scrivania nella speranza di poterne rimandare il pagamento a tempi migliori.

Una notte, intorno all'una, mi svegliai molto angosciato al pensiero dei conti. Andai ad aprire il cassetto che conteneva tutte quelle bollette non ancora aperte e cominciai a passarle in rassegna. Vi erano molti duplicati, molti primi e secondi avvisi da parte delle società fornitrici di luce, gas, telefono e acqua; trovai anche con sgomento il terzo ed ultimo avviso per il pagamento della bolletta dell'acqua. Infatti ci avrebbero tagliato la fornitura il mattino seguente alle otto se la bolletta non fosse stata pagata. La cifra dovuta era quasi pari a tutto quello che avevamo sul conto in banca. Ero restio ad usare quei soldi perché avevo paura che se lo avessi fatto saremmo rimasti senza soldi.

Vinsi quella resistenza e saltai in auto, andando di corsa alla sede della società dell'acqua potabile. Depositai la busta contenente il pagamento nella casella notturna. Avevo scritto sulla busta in rosso, a grandi lettere, «IL PAGAMENTO È ALLEGATO. VI PREGHIAMO DI NON TAGLIARCI LA FORNITURA DELL'ACQUA».

Una volta tornato a casa mi ripromisi che non avrei mai più permesso alla paura di suggerirmi di poter fare a me stesso ciò che non ha di per sé potere di farmi: sottrarmi la mia purezza, la mia saggezza e l’amore di Dio in quanto Suo figlio.

Trascorsi le ore successive passando in rassegna tutte quelle buste ancora chiuse. Eliminai i duplicati e organizzai il resto in ordine di priorità. Infine pregai per scacciare la paura di non essere in grado di pagare questi debiti. Mi domandai: «Può Dio mancare di qualcosa? Se la mancanza non fa parte dell'esistenza di Dio, può Egli, creare i Suoi figli mancanti di qualcosa? Essendo uno dei Suoi figli, potevo mai venirmi a trovare in una situazione in cui non avessi i mezzi pratici per dimostrare che la mancanza non può controllare la mia esistenza?».

Mentre pregavo per ricevere comprensione e guida per come organizzare le mie finanze ora che non ricevevo uno stipendio fisso, compresi che c'erano alcune verità di base riguardo a Dio che non erano certo dichiarazioni fredde e poco pratiche, ma piuttosto calde e amorevoli rassicurazioni per aiutarmi proprio dove mi trovavo quella mattina. Per esempio:

  • Dio è Uno: non è in competizione con se stesso;
  • Dio è infinito: senza inizio e senza fine;
  • Dio è Mente: saggezza ed intelligenza.

Quello che avevo compreso della natura unica di Dio mi permise di capire che non esistevano due universi, quello spirituale e quello in cui sembravo trovarmi al momento. Esiste solo quello spirituale, che è di Dio. Più comprendevo chiaramente Dio come Principio divino e mi fidavo di Lui grazie a questa comprensione, più vedevo il regno di Dio come un regno di bontà e giustizia.

Avevo anche capito che il Suo universo non si basa sul dover scegliere fra due alternative in contrasto fra loro. Ogni aspetto della creazione di Dio deve aver valore. Ognuno deve avere risorse per la propria esistenza, esistenza che non è stentata, ma completa e non dipendente dall'avere un'altra parte di creazione che rinunci a parte del suo posto e della sua sostanza. Umanamente parlando, dunque, potevo aspettarmi che tutte le mie bollette venissero pagate.

L'infinità dell'amore di Dio mi faceva vedere che la sostanza spirituale, ovvero ciò che definiamo come la soddisfazione ai nostri bisogni, ha il suo fondamento in un Dio illimitato. Qualunque cosa sia necessaria per mantenere l'universo spirituale in equilibrio perpetuo è disponibile senza alcuna possibilità di consumarsi o di diminuire. I mezzi per pagare le bollette dovevano per forza esserci, e non erano venuti meno quando avevo smesso di ricevere uno stipendio.

Il fatto che Dio sia Mente mi permise di sapere che non c'è spreco nel Suo universo, ma che anzi c'è abbondanza. La saggezza e l'intelligenza impongono tuttavia che sia un'abbondanza che soddisfa pienamente un bisogno, non un'abbondanza che permetta sperpero e abuso. Con questa comprensione mi sentii più in grado di distinguere fra necessità legittime e desideri egoisti.

Cominciai anche a capire che siccome Dio è la fonte della mia sostanza, Egli è anche la fonte della sostanza per tutti i miei creditori. Questo non costituiva un tentativo di venire meno ai miei obblighi, ma piuttosto la rimozione di un falso senso di responsabilità in modo da poter mantenere il pensiero centrato su ciò che è giusto spiritualmente.

Quella mattina rappresentò per me il punto di svolta in questa nostra dimostrazione di sostanza. Le cose non cambiarono dalla sera alla mattina, ma comunque cambiarono. Nel corso degli anni seguenti ci mettemmo a posto nei pagamenti delle bollette, ed eliminammo completamente i debiti.

Durante quel periodo divenne importante sapere che io e la mia famiglia non eravamo cittadini di serie B solo perché avevamo deciso di porre la nostra fiducia in Dio. Come potevamo venire danneggiati per la scelta di essere ubbidienti all'insegnamento centrale della Bibbia che dice che Dio è al di sopra di tutto, che Dio è buono e che Dio è la sorgente di tutto il bene?

«Non v'è dunque ora alcuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù; perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha affrancato dalla legge del peccato e della morte» (Romani 8:1,2). Questi versetti divennero un bastone su cui mi appoggiai molte volte.

Nel corso dei giorni successivi, mentre pregavo per comprendere meglio cosa sia la dignità, fui spinto a scrivere una lettera ai miei creditori per informarli di cosa stessi facendo e per spiegare loro che non stavo assolutamente cercando di evitare di pagare ognuno di loro fino all'ultimo centesimo. Fui sorpreso dalle risposte. Vi furono alcune lettere generate automaticamente da un computer, ma vi furono anche alcune vere lettere e telefonate da persone che esprimevano comprensione e supporto, offrendo di aiutarmi in qualunque modo fosse stato loro possibile. Cominciai a vedere qualcosa della completezza dell'universo di Dio che funziona come un tutto coordinato. La menzogna della perdita di dignità e integrità cominciò a cadere, e il progresso divenne persino più rapido.

Trovai che in quel periodo l'aiuto più grande mi venne dall’esaminare costantemente il mio pensiero. Ogni volta che un suggerimento di povertà, ingiustizia, vittimizzazione o inutilità mi si presentava, mi mettevo immediatamente a correggere questi pensieri che non provenivano certo da Dio. Pregavo per comprendere più chiaramente che ciò che doveva essere vero di Dio era necessariamente vero della Sua immagine e somiglianza, l'uomo, che era ed è la mia vera identità. Se il ragionamento mortale diceva che avevo tempo per considerare un suggerimento che non proveniva da Dio, compresi di avere tempo per correggerlo con la verità di Dio, ovunque mi trovassi e qualunque cosa stessi facendo.

Cominciai a sentire che, spiritualmente, la domanda e l'offerta sono sempre in equilibrio. Sono due modi di vedere la stessa cosa: la realtà di Dio. Dio è! Questo rappresenta l'offerta. Non può far altro che essere ciò che Egli è. Questo rappresenta la domanda. Dio è Amore. L'Amore non può che essere amorevole. L'Amore, e il fatto che l'Amore ama, sono sempre in equilibrio.

Poiché l'uomo spirituale è la completa rappresentazione di Dio, Anima, iniziai a cogliere dei barlumi di come l'uomo sia in relazione con questo equilibrio fra domanda e offerta. Spiritualmente, la sostanza per l'uomo deve essere la disponibilità di tutto ciò che fa dell'uomo il rappresentante completo di Dio. Compresi che, proprio quando l'idea di mancanza gridava più forte, dovevo capire che ero già la completa espressione di Dio. Avevo bisogno di vedere questa verità tradotta in governo pratico delle mie finanze proprio qui e ora. Era chiaro che il mio Padre-Madre Dio voleva che avessi una visione corretta di Lui. «Dio vi dà le Sue idee spirituali e, a loro volta, esse provvedono ai vostri bisogni quotidiani», scrive Mary Baker Eddy (Miscellaneous Writings 1883-1896, pag. 307).

Non appena compresi questo, cominciarono ad apparire i mezzi con cui la nostra famiglia poteva mangiare adeguatamente, vestirsi, cominciare a pagare le bollette e i conti e a mantenere la casa. Talvolta la risposta arrivava sotto forma di qualcosa che ci sentivamo guidati a fare. Altre volte, mentre imparavo a eliminare un falso senso di orgoglio e di ego, l'aiuto compariva sotto forma di dono da un vicino, amico, o membro amorevole della chiesa.

Durante questo periodo di crescita spirituale trovai che avevo anche bisogno di correggere alcuni fraintendimenti riguardo alla sostanza ed all'apparenza umana della sostanza.

Per esempio, capii che sostanza e paura non lavorano insieme. Si può considerare giusto avere un conto di risparmi o un fondo di investimento o un fondo pensione; ma questo tipo di gestione della sostanza non deve mai essere dovuto alla paura che un domani non ci sarà Dio per soddisfare i nostri bisogni.

Questa è una delle lezioni che i figli di Israele dovettero imparare quando iniziarono il loro viaggio nel deserto dopo che Mosè li aveva liberati dalla schiavitù (vedi Esodo 16:11-21). C'era bisogno di imparare a fare affidamento su Dio istante per istante. Gli Israeliti non potevano accumulare né le quaglie né la manna. Dovevano aver fiducia nel fatto che Dio avrebbe provveduto a loro la sera e la mattina seguente proprio come aveva provveduto a loro ogni sera e mattina precedente. La saggezza, non la paura che Dio non sarà presente domani o l'anno prossimo, dovrebbe essere la base per la corretta gestione delle nostre finanze.

Oltre a ciò, dovevo assicurarmi che non avessi inavvertitamente cominciato a fare affidamento sui guadagni derivanti dalla pratica, da investimenti o da benefici governativi, mentre dovevo invece porre la mia fiducia in Dio soltanto. Dio è sempre la fonte di tutto ciò che è reale e buono. Il denaro, da ovunque esso provenga, è semplicemente un simbolo di come Dio provvede a noi.

Un altro pensiero ignorante sulla sostanza, di cui dovevo essere certo di non essere vittima, era che essa sarebbe apparsa come per magia. Naturalmente non mi aspettavo che l'albero dei soldi comparisse nel giardino di casa! Ma certo non potevo neanche rimanere passivo ed aspettarmi che la sostanza mi fosse provveduta senza che facessi niente. Dovevo invece lavorare al massimo delle mie capacità (nel mio caso esprimendo la mia comprensione di Dio tramite la pratica della Scienza Cristiana) in modo da vedere Dio all'opera nel provvedere a me.

Mentre all'apparenza umana, la sostanza può spesso prendere la forma di denaro, dovevo stare attento a non cadere nell'abitudine di vedere la sostanza solamente sotto forma di soldi. Compresi che facendo affidamento sul ragionamento umano invece che su Dio, delineando la soluzione che pensavo fosse giusta, cedendo all'orgoglio o ad un falso senso di responsabilità,avrei limitato l'applicazione delle leggi spirituali ad un problema e sarei di conseguenza rimasto cieco alle soluzioni divinamente ispirate che avrebbero soddisfatto i nostri bisogni molto meglio di qualunque cosa che avrei potuto immaginare umanamente. Dovevo ricordarmi che la sostanza può anche prendere l'apparenza umana di cibo, vestiario, abitazione, borse di studio, doni, baratti, e molti altri mezzi.

L'ultimo grosso fraintendimento che cedette durante questo periodo fu l'argomentazione sottile secondo la quale la quantità dei nostri beni materiali è un'indicazione del valore relativo dell'amore di Dio per noi: chi ha di più è più amato, o chi ha di più ha più comprensione.

L'amore di Dio è condiviso in modo uguale da tutta la Sua creazione; quindi il relativo più (o meno) non ha alcun significato nella consapevolezza spirituale. Ognuno di noi, in quanto idea completa che riflette l'unico Dio, ha ciò che Dio ha: niente di più, niente di meno. Età, origini familiari, istruzione e località geografica non sono fattori nel dimostrare le leggi spirituali di Dio.

In Miscellaneous Writings Mary Baker Eddy scrive: «Dio è universale; non è confinato in alcun luogo, né definito da nessun dogma, né proprietà di alcuna setta. Non più per uno che per tutti, Dio è dimostrabile in quanto Vita, Verità e Amore divini; ed il Suo popolo sono coloro che Lo riflettono, che riflettono l'Amore. [...] Egli protegge, guida, nutre e conduce le pecore del Suo pascolo all'ovile; e le loro orecchie sono attente al Suo richiamo» (pagg. 150-151).

La fornitura di acqua potabile non ci fu tagliata quella mattina di molti anni fa. Ma ho capito che non posso permettermi di cadere in un falso senso di sicurezza come se avessi già «fatto le mie dimostrazioni sulla sostanza». La sostanza è uno di quei concetti che non si prestano ad una dimostrazione unica. È così vasta nelle sue implicazioni che dobbiamo lavorarci e approfondire la nostra comprensione della sua sorgente ogni giorno.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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