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editoriale

Lo Spirito Santo e una comunicazione efficace

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 1 aprile 2010

Tradotto da The Christian Science Journal, febbraio 2010


La tecnologia dei nostri giorni ha aperto le porte a una quantità senza precedenti di modi per comunicare. Ci parliamo l'un l'altro come mai abbiamo fatto prima. Ma le comunicazioni sono tutte veramente efficaci? Cosa c'è al centro della comunicazione? Persone che parlano fra di loro? Questo non è tutto. Parlare, di per sé, non è necessariamente comunicare. Un elemento decisivo è l’ascolto a cuore aperto.

Quando ci si concentra solo sui propri interessi la comunicazione soffre. La Bibbia contiene una storia significativa per spiegare questo punto. Certe persone avevano dei piani ambiziosi in un cantiere chiamato Babele (vedi Genesi 11:1-9). Ma ad un tratto nessuno fu più in grado di comprendere gli altri, la comunicazione e la produttività si interruppero, «ed essi cessarono di edificare la città».

Che cosa era successo? La Bibbia spiega che il loro linguaggio fu «confuso». Non ci viene dato nessun indizio sul motivo di questo arresto, ma abbiamo informazioni circa le motivazioni dei costruttori: il desiderio di acquistare fama. Vi era un'influenza in atto che aveva rivolto la loro attenzione verso se stessi e verso le proprie preoccupazioni. Forse avevano paura o erano orgogliosi. Questi stati d’animo esercitano un'influenza ipnotica che porta a rivolgere l'attenzione verso se stessi e provoca incomprensioni. A Babele il risultato fu una cessazione totale della comunicazione.

Si potrebbe dire che Babele illustra il linguaggio dell'egocentrismo.

La Bibbia contiene un'altra storia che ci aiuta a comprendere ciò che si trova alla radice di una comunicazione efficace. Si tratta della storia della Pentecoste, nel libro degli Atti (vedi Atti 2:1-12). Molte persone provenienti da varie zone del Medio Oriente si erano riunite per ascoltare quello che gli Apostoli di Gesù avevano da dire sul suo conto: come Gesù Cristo aveva vissuto fra loro le leggi di Dio e qual era il significato del potere dell'amore di Dio nella vita della gente.

Gesù aveva battezzato i suoi discepoli con lo Spirito Santo e col fuoco. Aveva toccato profondamente i suoi seguaci, i cui cuori ardevano. Lo Spirito Santo, una dichiarazione divina che rivela le profonde verità e le leggi dell'essere, aveva ispirato ed elevato la comprensione dei discepoli e si manifestava nelle loro opere di guarigione. Ora lo Spirito Santo toccava il cuore di chi ascoltava i discepoli e portava conforto e trasformazione.

In quale direzione era rivolto il pensiero nella storia di Babele? All’interno e in basso, verso la personalità e il sé. In quale direzione era rivolto il pensiero nella storia della Pentecoste? All’esterno e in alto, verso lo Spirito Santo. La gente fu distolta da un senso del sé e si rivolse verso l'afflusso di quell'ispirazione divina.

La Pentecoste illustra il linguaggio dello Spirito Santo. Gli effetti furono straordinari. I presenti che erano in ascolto scoprirono con stupore che ognuno di loro sentiva il messaggio nella propria lingua madre. E il messaggio toccò il loro cuore e la loro anima a tal punto che molti di loro credettero e furono battezzati. Si tratta di un'utile illustrazione della parte che l'ascolto ricopre in una comunicazione efficace.

Il nocciolo della comunicazione è l'ispirazione che ci viene da Dio, Mente divina, la fonte di tutte le idee. Comunichiamo più efficacemente l'uno con l'altro quando ci vediamo a vicenda come figli di Dio, quando rispettiamo ed ascoltiamo le idee edificanti di Dio che ognuno di noi ha da condividere in quanto espressione di Dio. In questo modo diventiamo più consapevoli della nostra connessione comune con Dio e scopriamo che la comunicazione richiede meno sforzo ed è più efficace.

Facciamo tesoro della lezione di Babele e restiamo in guardia per non cadere a causa di influenze ipnotiche come la volontà personale, l'orgoglio e la paura, che vogliono introdurre una distrazione ipnotica. Impariamo invece dalla Pentecoste e cerchiamo di accogliere con ardore il messaggio di Dio. Mary Baker Eddy afferma: «La grandezza dell'opera di Gesù, la sua sparizione corporea dinanzi ai loro occhi e la sua riapparizione, tutto questo mise in grado i discepoli di comprendere ciò che Gesù aveva detto. Fino allora essi avevano soltanto creduto, ora capivano. L'avvento di questa comprensione è ciò che s'intende con la discesa dello Spirito Santo – quell'afflusso di Scienza divina che tanto illuminò il giorno della Pentecoste e che sta ora ripetendo la sua storia antica» (Scienza e Salute, pag. 43).

Che ogni scambio di idee possa essere caratterizzato dall'efflusso unificante di idee divine!


Michael Pabst è un membro del Consiglio dei Direttori e un Amministratore della Società editrice della Scienza Cristiana.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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