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La grazia, la guarigione e l’amore di Dio che non viene mai meno

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 1 settembre 2010

Tradotto da The Christian Science Journal, agosto 2006


Avete mai pensato di dover fare qualcosa di più per meritare l’amore di Dio? Oppure che il vostro modo di vivere in passato vi privi oggi del Suo amore? La grazia divina dà una risposta di conforto e pace a questi interrogativi.

Approfondendo la questione della grazia, sono giunto a pensare che in realtà Dio ama ciascuno di noi, nonostante tutto. Dal punto di vista della Scienza Cristiana, se Dio è Amore, se Egli è l’Amore divino onnipresente, infinito ed eterno, Egli non può che essere questo Amore. Non può che amarci infinitamente, illimitatamente, in ogni momento e in ogni luogo. Questo amore esiste per ciascuno di noi, indipendentemente da qualunque cosa possiamo fare nello stato attuale dell’esistenza.

Non possiamo certamente né guadagnare né perdere l’amore di Dio più di quanto le nostre azioni non possano farci guadagnare o perdere la luce del sole, in un giorno d’estate senza nuvole. Questa luce è presente per ognuno nel mondo, senza limiti né restrizioni personali, poiché è nella natura del sole brillare senza interruzioni, in modo universale e imparziale, e non soltanto a mezzogiorno in assenza totale di nuvole. Allo stesso modo noi viviamo in ogni istante nella luce dell’amore di Dio. Ne ricaviamo sostentamento. Ne traiamo il senso e la ragione di essere della nostra vita. L’amore di Dio, che viviamo attraverso la Sua grazia, è in realtà la ragione stessa della nostra esistenza e la cosa più meravigliosa a cui siamo destinati. Viviamo per l’Amore e viviamo per amare.

Questo concetto ci sembra forse poco pratico o non applicabile in modo diretto alla vita per avere successo? In questo caso riflettiamo su cosa succederebbe se un uomo di affari o un insegnante, un operaio, una casalinga o anche il presidente della più potente nazione del mondo comprendessero che il senso della vita, la loro ragione d’essere, consiste nell’esprimere l’Amore divino. Questa comprensione avrebbe un effetto diretto sulle attività umane? Cambierebbe il corso delle cose? O piuttosto che cosa non ne subirebbe alcun effetto? Che cosa non ne sarebbe mutato? Per me questa è la promessa della grazia divina: che tutto è cambiato, è trasformato dall’Amore e dalla sua espressione.

La grazia di Dio è la base della teologia cristiana dal tempo di Gesù e dei suoi discepoli. Nella Bibbia, l’apostolo Paolo torna sovente su questo punto. Le sue lettere cominciano e finiscono regolarmente con saluti e benedizioni di grazia. Per esempio, conformemente all’uso di Paolo, l’epistola agli Ebrei, nel Nuovo Testamento, dichiara: “…è bene che il cuore sia reso saldo dalla grazia…” (Ebrei 13:9).

Per la sua propria esperienza, Paolo era ben autorizzato a parlare della grazia di Dio. Non era egli stato toccato dalla lezione dell’Amore divino mentre si recava a Damasco? Egli fu salvato dalla grazia quel giorno, e chi, potremmo chiederci, era l’ultimo a meritarla, se non lui, il persecutore dei seguaci di Gesù? Questa grazia ebbe tuttavia l’effetto di cambiare letteralmente Saulo in Paolo, mutando colui che aveva giudicato e condannato i cristiani in colui che fu scelto da Dio per insegnare, predicare e guarire. Da allora Paolo si impegnò per seguire i passi del Maestro, Cristo Gesù. Sapeva che la presa di coscienza della sua nuova missione derivava direttamente dalla grazia di Dio che trasforma l’esistenza. “Perché io sono il minimo degli apostoli; e non son degno d’esser chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Ma per la grazia di Dio io sono quello che sono…” (1 Cor. 15:9, 10).

Le parole di Paolo costituiscono una promessa formidabile per ciascuno di noi: quali che siano stati i nostri errori in azioni o in pensieri, la grazia può trasformarci proprio ora, proprio sulla nostra via per Damasco.

La grazia di Dio, poi, ci dà quello di cui abbiamo bisogno per vivere con dei moventi e degli affetti più puri, per compiere tutto il bene di cui siamo capaci.

Nel Nuovo Testamento, il termine greco impiegato per ”grazia” è charis. Secondo una fonte biblica, la radice di questa parola significa in particolare: “ciò che rallegra, che dà gioia” e che i Greci avevano l’abitudine di salutarsi con queste parole:”Che la gioia sia con te!” (I Cristiani si salutarono in seguito così: “Che la grazia sia con te!”).

Secondo la stessa fonte, “si trovano pochi elementi nella fraseologia anteriore, [prima dell’era cristiana], che spieghino la supremazia di questo termine nel Nuovo Testamento; una nuova esperienza richiedeva una nuova parola. Il termine “grazia” designa il principio divino della salvezza apportato agli uomini da Gesù Cristo. È l’amore non meritato e gratuito di Dio verso i peccatori, rivelato dal Cristo e all’opera in Cristo”James Hastings, Dictionary of the Bible, (New York Charles Scribner’s Sons,1948), p.313

Un altro commentario definisce il termine grazia come: “l’influenza divina sui cuori e il suo riflesso nella vita”James Strong, “ Greek Dictionary of the New Testament”, Strong’s Exhaustive Concordance of the Bible, p.77   

Accogliendo questa influenza divina nel nostro quotidiano, vedremo poco a poco che la nostra vita intera può essere una preghiera di grazia. La preghiera non è riservata a quei momenti in cui ce ne stiamo in disparte a mani giunte. In realtà preghiamo con il nostro modo di vivere. La domanda fondamentale che dovremmo dunque porci è la seguente: “Che tipo di preghiera sto vivendo?”

Mary Baker Eddy, la Scopritrice e Fondatrice della Scienza Cristiana, fa notare: “Vivere in modo da mantenere la coscienza umana in costante relazione con il divino, lo spirituale ed eterno, è individualizzare il potere infinito, e questo è la Scienza Cristiana”  La Prima Chiesa del Cristo Scientista, e Miscellanea, p. 160

Vedo in questa spiegazione una preghiera vivente. Non è quello che faceva Gesù? Non viveva egli “in modo da mantenere la coscienza umana in costante relazione con il divino”?

Ricordiamoci delle circostanze in cui Gesù risuscitò Lazzaro. Prima di chiamarlo, disse: “Padre, ti ringrazio che m’hai esaudito. Io ben sapevo che tu mi esaudisci sempre…” (Giov. 11: 41, 42).

“Sempre”, ha detto Gesù. La coscienza del nostro Maestro era certamente “in costante relazione con il divino”, ed è per questo che Dio lo esaudiva sempre. Il potere della grazia divina fu messo in evidenza in maniera spettacolare quando Lazzaro uscì dal sepolcro ancora tutto avvolto nel sudario. Potete immaginare che cosa provarono i presenti quando furono testimoni di questo istante supremo in cui si manifestò la grazia di Dio in azione?

Penso che è solamente per mezzo della grazia divina che possiamo sperare di vivere come visse Gesù, sapendo che Dio ci esaudisce sempre. Ed essere certi che Dio risponde sempre alle nostre preghiere è essenziale per la pratica della guarigione cristiana.

La grazia e la guarigione

A misura che sentiamo la grazia di Dio, l’influenza del Suo amore nei nostri cuori, essa si manifesta naturalmente nella nostra esperienza attraverso la pratica della guarigione cristiana scientifica. La guarigione, nel significato più ampio del termine, si riferisce realmente all’eliminazione definitiva di tutti i segni della mortalità e delle sue conseguenti limitazioni. Questo tipo di guarigione implica una vittoria su malattia, dolore, disperazione, immoralità, povertà, sensazione di impotenza, paura, violenza e su tutte le menzogne demoralizzanti con le quali l’umanità si confronta. Qualunque sembrino essere i suoi effetti nell’esistenza, ogni menzogna può essere eliminata quando si comprende la vera natura di Dio e dell’uomo come la sua pura manifestazione spirituale.

Questo riguarda anche la guarigione di quelle che vengono definite malattie incurabili o peccati inveterati. Circa queste guarigioni, Mary Baker Eddy spiega: “Tutte queste cose si compiono per mezzo della grazia di Dio, l’effetto del fatto che Dio è compreso”.  Scienza Cristiana contro Panteismo, p.10

Mary Baker Eddy ha chiaramente stabilito un legame tra grazia e guarigione. In una delle sue lettere, dà a Frank Gale, uno dei suoi allievi, il seguente consiglio circa il suo ministero di guarigione: “La pratica diverrà più facile e più veloce nella misura in cui comprenderai più chiaramente che Dio, il Bene, è tutto e che il Bene è Amore. Devi acquisire l’Amore e perdere il falso senso chiamato amore. Devi sentire l’Amore che non viene mai meno, questo senso perfetto della potenza divina che fa sì che guarire non sia più un potere ma una grazia. Avrai allora l’Amore che scaccia la paura, e quando questa è scomparsa, è scomparso anche il dubbio, e il tuo lavoro è fatto. Perché? Perché non era mai stato da fare”LO8565, Mary Baker Eddy to Frank Gale, June 9,1891, The Mary Baker Collection, The Mary Baker Library for the Betterment of Humanity

Nella guarigione per mezzo della Scienza Cristiana, è indispensabile rinunciare ad ogni suggestione secondo cui la guarigione sia il risultato di qualche “potere” personale risultante da un dono particolare o che si possa acquisire con sforzi e mezzi puramente umani. Al contrario, nel proprio lavoro di guarigione bisogna essere pronti a cedere senza riserve alla grazia dell’Amore divino. Un gran numero di vere guarigioni sono semplicemente l’evidenza esteriore della grazia di Dio dispensata in abbondanza nell’esperienza umana.

Ogni esempio di guarigione con la preghiera, ogni manifestazione esteriore della grazia di Dio, non è in realtà una dimostrazione della Verità che distrugge questi elementi materiali del pensiero che nascondono la nostra armonia innata? Nella guarigione cristiana, è fondamentale vincere l’ignoranza e la paura, disfarsi della volontà umana, abbandonare i falsi sostegni, sbarazzarsi dei concetti limitati, e abbandonare il peccato ed eliminarlo ogni volta che sarà necessario. Una tale trasformazione mentale porta ad una rettifica di ogni stato o situazione che lo richieda e questo ha come risultato la guarigione.

È così che la grazia dell’Amore agisce in noi. L’azione dell’amore di Dio ci purifica dal falso senso di malattia, di peccato e di limite. L’Amore divino che estrae l’errore e annulla il male, è Amore potente; può rimuovere dal pensiero umano intere montagne di false credenze. L’abbraccio dell’Amore, attraverso l’attività del Cristo (l’influenza divina nel pensiero umano) ci conduce dall’oscurità alla luce della Verità. La grazia di Dio ci libera per permetterci di essere ciò che realmente siamo: i figli puri, perfetti e gioiosi di Dio, il riflesso spirituale della Vita, della Verità e dell’Amore. Non c’è gioia più grande dello scoprire come l’Amore si prende cura costantemente di ciascuno di noi ed elargisce grazie nelle nostre vite.

L’Antico Testamento riporta la storia di una Sunamita, il cui figlio era morto, che si reca dal profeta Eliseo per chiedergli aiuto. Il comportamento di questa donna gioca un ruolo fondamentale nella guarigione. Quando il servitore di Eliseo la incontra lungo la strada, le chiede: “Stai bene?” Benché suo figlio sia morto la sua risposta immediata offre una notevole testimonianza della grazia divina: “Bene” (2 Re:4:26). È unicamente per mezzo della grazia che, nel corso di difficoltà terribili, alla domanda: “Come stiamo?” possiamo rispondere anche noi, con umiltà e sincerità: “Bene”.

Questa presa di posizione è un elemento essenziale nella nostra pratica di guarigione per mezzo della Scienza Cristiana. Ci permette di contestare immediatamente le suggestioni insistenti che l’apostolo Paolo chiama mente carnale, secondo cui qualcosa non va bene, qualcosa è lontana dal bene, o non è possibile che vadabene. Le suggestioni insistenti che mettono in discussione il nostro benessere, la nostra perfezione, la nostra relazione con Dio, che impongono di credere alla malattia e a dei sintomi dolorosi, che negano la presenza di Dio e pretendono che siamo dei mortali limitati, deboli, fragili e predisposti alla malattia, possono essere contrastati da questa affermazione fiduciosa: “Tutto va bene!”

In verità tutto ciò che abbiamo di fronte è sempre bene, perché ciascuno di noi è la pura e perfetta somiglianza del nostro Creatore, che è sempre bene. La perfetta bontà e la completezza di Dio sono per sempre riflesse nei Suoi figli buoni e completi, voi ed io. Noi siamo i figli e le figlie perfette di Dio “nei quali [Egli] si è compiaciuto”.(Matteo 3:17).

Tutto il bene che viene nelle nostre vite attraverso la grazia, tutta la guarigione, tutto il progresso spirituale, testimonia non solo del fatto che l’amore di Dio per noi è certamente abbondante, ma testimonia anche della realtà che il potere del Suo Cristo salvatore è insuperato. In Scienza e Salute, Mary Baker Eddy scrive molto sulle opere meravigliose di Gesù e su come egli le abbia compiute. Ella conclude un paragrafo affermando: “La grazia e la Verità sono potenti al di là di ogni altro mezzo e metodo” (Scienza e Salute, p. 67).

Possiamo trarre una grandiosa speranza da questa presa di coscienza. Possiamo gioire in essa. Possiamo confidare nel potere supremo e nella continua influenza della grazia divina nella nostra vita, oggi.


Bill Moody vive a West Tisbury, Massachussets. È practitioner e insegnante della Scienza Cristiana. 

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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