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La preghiera quotidiana: camminare per mano con Dio

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 1 aprile 2010

Tradotto da Christian Science Sentinel, 30 gennaio 2006


Durante una vacanza alcuni anni fa, mio fratello Ed ed io noleggiammo una barca a remi e portammo suo figlio, allora di due anni, a fare un giro sul lago. Peter stava in piedi fra le gambe di Ed con le mani sui remi mentre Ed remava e dopo breve tempo Peter esclamò al padre: «Faccio da solo, papà!».

Ed lasciò i remi, Peter cominciò a sbatterli sull’acqua e mentre eravamo fermi in mezzo al lago, senza andare da nessuna parte, esclamò gioiosamente: «Faccio tutto da solo!».

Sorrido a questa scena se penso alle ragioni della nostra preghiera. Talvolta possiamo immaginare di avere il controllo della barca della nostra vita, ma quando ci rendiamo conto che non stiamo andando da nessuna parte, e tanto meno velocemente, la preghiera diventa un’amica gradita. La preghiera quotidiana è un modo per camminare per mano con Dio.

Credo che la miglior cura che possiamo dedicare alla nostra salute e tranquillità sia la preghiera che riconosce la nostra unità con Dio. La mia preghiera quotidiana consiste nel riconoscere Dio come unica Vita e Mente, la mia Vita e Mente. Prego per comprendere che non sono una persona separata da Dio, ma un’identità individuale che ha origine dalla Vita divina proprio come un torrente che fluisce da una sorgente inesauribile. Prego di comprendere Dio come la natura pura, buona ed eterna di me stessa e di ognuno di noi.

Ripetere preghiere specifiche tratte da testi spirituali come anche la preghiera spontanea, sono stati per me negli anni cibo spirituale, riposo, esercizio e ristoro. Nondimeno, cerco ancora dei modi per migliorare la mia preghiera e porre più attenzione nell’affrontare i pensieri che mi fanno resistere alla preghiera per il mio benessere. Di seguito sono elencate tre forme specifiche di resistenza che ho dovuto spesso affrontare e alcune idee dalla Scienza Cristiana che mi aiutano a superarle:

1. Credere che la preghiera debba cambiare delle condizioni negative o impedire che esse si manifestino. Credere questo è stressante e tende a farmi evitare la preghiera o addirittura a rinunciarvi. Per questo motivo, ricordo molto spesso a me stessa che la ragione per la quale prego è vedere il bene già presente. Nella Scienza divina, o realtà spirituale, Dio è lo Spirito infinito che si manifesta in un universo di identità spirituali e buone. La vita materiale non è una realtà alternativa caduta, ma solo un concetto erroneo dell’unica realtà spirituale. La preghiera innalza il pensiero al di sopra delle percezioni fisiche verso la verità dell’essere perfetto.

Un salmo nella Bibbia descrive l’obiettivo della preghiera in modo semplice: «Quanto a me, per la mia giustizia, contemplerò la tua faccia, mi sazierò, al mio risveglio, della tua sembianza» (Salmo 17:15). Lo stesso passaggio, in un’altra traduzione, dice: «Non chiedo altro che vedere te [Dio] come sei» (tradotto dalla Contemporary English Version). Con questo obiettivo nel cuore, si può pregare così: «Non chiedo altro che vedere Dio come Amore infinito che controlla tutto. Voglio vedere me stesso e l’intera creazione come l’essere espresso dell’Amore, intatto e soddisfatto. Voglio sapere che la Causa di tutto il bene dà con continuità vita e felicità a tutti, e non vi è alcun potere che possa opporsi al buono scopo di Dio».

Una preghiera di questo tipo non cerca di modificare le condizioni materiali, ma piuttosto di realizzare quelle spirituali. Gesù insegnò che non possiamo nemmeno cambiare il colore di un capello per mezzo della forza umana (vedi Matteo 5:36), ma attraverso la grazia di Dio possiamo conoscere la verità che ci libera dalle illusioni materiali, cosicché appaia l’armonia che è naturale e reale. Descrivendo gli effetti di questa preghiera, Mary Baker Eddy, la fondatrice della Scienza Cristiana, scrisse: «La preghiera non può cambiare la Scienza dell’essere, ma tende a metterci in armonia con essa» (Scienza e Salute, pag.2:16-17).

2. Credere che esistano solo soluzioni umane ai miei problemi e a quelli degli altri. Pensare a come far andare tutto bene nella mia vita è utile, ma ho compreso che più spesso può sviarmi dalla preghiera che porta a vedere il potere guaritore di Dio in azione riguardo a una determinata situazione. Se devo prendere una decisione relativa a problemi finanziari, per esempio, cerco prima di prendere coscienza del fatto che la mia intelligenza deriva dalla Mente divina, Dio. Questo mi aiuta a rompere l’abitudine di appoggiarmi alla limitatissima mente umana per trovare soluzioni e allo stesso tempo acquisisco fiducia nel fatto che anche le preoccupazioni economiche globali trovano le risposte necessarie in Dio.

Alla fine, i problemi umani persisteranno finché accetteremo l’esistenza mortale e materiale come reale. Solo la preghiera basata sulla Scienza dell’essere risveglierà la coscienza umana a comprendere Dio come fonte infinita di bene.

Per dare un altro esempio della necessità di andare oltre una soluzione puramente umana ed entrare nel regno di una preghiera che trasforma, quando effettuo una donazione a seguito di una calamità, potrei pensare di aver fatto tutto ciò che potevo: una donazioni di questo tipo è senz’altro una forma molto utile di aiuto. Ma se continuo a mantenere un’immagine mentale di tragedia e pericolo, non ho offerto il miglior aiuto possibile.

Gesù indicò un’offerta più elevata quando rispose alle proteste secondo le quali il denaro speso per lui in olio odorifero da parte di una donna sarebbe stato impiegato meglio se donato ai poveri. Egli disse «i poveri li avete sempre con voi; ma me non mi avete sempre» (Matteo 26:11). Certamente Gesù non scoraggiava le donazioni caritatevoli (in un’altra occasione aveva indicato l’esempio del buon samaritano, che si era preso cura dei bisogni umani di uno straniero). Forse nel caso dell’olio odorifero stava incoraggiando la più alta forma di carità: l’amore che guarisce profondamente e completamente onorando il Cristo, l’idea spirituale di Dio, come il vero essere di ognuno.

Anche una sola persona, comprendendo che la sua vita, e tutta la vita, è spirituale e sostenuta da Dio, aiuta a porre fine alla visione schiavizzante secondo la quale siamo degli esseri materiali per sempre alla mercè di carenze e disastri. Il miglior fondo per donazioni caritatevoli è la preghiera scientifica.

3. Credere che le mie preghiere non siano sufficienti a guarire me stessa o gli altri. Essere consapevole che colui che guarisce è sempre Dio, la Verità stessa, mi aiuta ad affrontare e vincere questa paura. Gesù disse che se avessimo perseverato nella sua parola avremmo conosciuto la verità, e la verità ci avrebbe resi liberi (vedi Giov. 8:31,32). Per me un modo di perseverare nella sua parola consiste nell’essere pronti a dichiarare la verità in qualunque circostanza. Dichiarare ogni singola verità è una forma di preghiera. Posso sempre dichiarare che Dio è supremo e che tutta la creazione, me inclusa, è perfetta e spirituale, proprio ora. Posso dichiarare che non vi è alcun potere che possa impedire il manifestarsi di questa perfezione. Anche quando pensieri di condanna o l’evidenza presentata ai cinque sensi affermano che non sono convinta di tutto ciò e che la sofferenza o il pericolo sono estremamente reali, posso aver fiducia nel fatto che continuare a dichiarare la verità mi innalzerà fino a conoscerla. La Verità eleva e non si spaventa nè si stanca.

Un altro modo di perseverare nella parola di Gesù è attraverso la preghiera quotidiana espressa in azioni; tali azioni sono le manifestazioni consapevoli di qualità come la gratitudine, la pazienza e la persistenza. Molte volte, quando mi sono sentita debole spiritualmente, il semplice sforzo di amare ed incoraggiare qualcuno o di esprimere più pazienza ha portato la necessaria ispirazione.

La Bibbia offre questo bellissimo incoraggiamento a tutti coloro che pregano: «Parimente ancora, lo Spirito sovviene alla nostra debolezza; perché noi non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri [desideri] ineffabili» (Romani 8:26).

Per me, questo indica che la preghiera è una joint venture, qualcosa come Padre e figlio che remano insieme. La resistenza alla preghiera si dissolve quando comprendiamo che Dio prega con noi e attraverso noi. Più che essere qualcosa che facciamo per avvicinarci alla Verità, la preghiera è l’evidenza della nostra unità con la Verità. La preghiera quotidiana mantiene la nostra mano in quella di Dio e consente allo Spirito divino di farci avanzare.


Margaret Rogers vive a Boston, Massachusetts. È practitioner ed insegnante della Scienza Cristiana, nonché membro del Consiglio dei Direttori della Scienza Cristiana.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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