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editoriale

Immunità dalle malattie

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 1 gennaio 2010

Tradotto dal Christian Science Sentinel, 8 giugno 2009


E se esistesse un antidoto per ogni malattia? Meglio ancora, se non esistessero affatto le malattie? È uno scenario che possiamo solo immaginare, soprattutto dopo le recenti preoccupazioni su scala globale per l’influenza suina o H1N1. Nonostante molti ora l’abbiano relegata a una forma addirittura più leggera della «normale» influenza, non è comunque una buona ragione per accondiscendere a questa o a qualsiasi altra malattia.

Molti sono gli sforzi e gli investimenti economici volti a combattere le malattie, sia con vaccinazioni intese a prevenire la diffusione del contagio, sia tramite farmaci per contrastare i sintomi quando la malattia è stata contratta. Questa battaglia non è certo nuova.

Tuttavia, nonostante le migliori intenzioni degli sforzi del personale sanitario e nonostante l’avanzamento della medicina moderna, la malattia continua a prevalere. «Per secoli la malattia è stata combattuta dai medici con rimedi materiali; ma si pone la domanda: “Vi sono forse meno malattie grazie a questi medici?”. Un vigoroso “No” è la risposta...» scrive Mary Baker Eddy (Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, pag. viii).

La Scienza Cristiana ci offre un punto di vista molto diverso su come affrontare la malattia e sul concetto di immunità. La differenza sta nella premessa. In genere i medici basano le loro conclusioni esclusivamente sulla materia. Poiché il trattamento dipende dalla materia, il corpo del paziente è posto al centro dell’attenzione. Il practitioner della Scienza Cristiana, invece, considera il paziente come interamente spirituale, ne tratta il pensiero unicamente mediante mezzi mentali e con questa prospettiva comprova che la malattia cessa di esistere.

Ma com’è possibile, a maggior ragione senza l’assunzione di farmaci? Un buon punto di partenza consiste nell’esaminare il ruolo che la paura ricopre nella malattia. La preghiera che costituisce il trattamento della Scienza Cristiana non sarebbe completa senza affrontare con efficacia la paura che il paziente ha della malattia. «Cominciate sempre il vostro trattamento col calmare la paura dei pazienti», scrive Mary Baker Eddy. «In silenzio rassicurateli che sono esenti da malattia e da pericolo. Osservate il risultato di questa semplice regola della Scienza Cristiana e vi renderete conto che essa allevia i sintomi di ogni malattia» (Scienza e Salute, pag. 411).

La paura tenta di paralizzare il pensiero facendo sì che lo scoraggiamento e la disperazione subentrino determinando il caso. Viene così suggerita l’esistenza di un potere separato dal bene, da Dio onnipotente, e che il male, sotto forma di malattia, è reale e ha la capacità di invadere la purezza data all’uomo da Dio, compromettendo così la salute. Proviamo a rifletterci. È possibile che la malattia trovi un ambiente adatto all’incubazione e alla propagazione nell’apprensione e nella paura di contrarre una malattia? Se si comprende che questa è la verità, ne consegue che eliminando la paura si rimuove anche la malattia.

Diversi esempi sorprendenti avvalorano questa conclusione. Durante la pandemia influenzale del 1918, per poter aiutare i medici, 50 marinai si offrirono come volontari per un esperimento sulla trasmissione della malattia. Venne loro iniettato il virus, furono esposti ad ammalati infetti, e gli vennero persino fornite delle ampolle colme di germi da inalare. Ciononostante, nessuno di loro si ammalò.

Seguirono poi altri esperimenti analoghi e tutti portarono allo stesso risultato. All’epoca, l’Enquirer di Okland, California, osservò: «Questi cinquanta giovani si sono sottoposti volontariamente alla ricerca. Ciò dimostra chiaramente che non avevano paura della malattia. In altre parole, non potevano contrarre ciò di cui non avevano paura. Nonostante tutti gli sforzi fatti per favorire il contagio, dal momento che non avevano paura della malattia, questa era assolutamente non esistente per loro» (Christian Science Sentinel, 12 Aprile 1919).

Nel 1976 fu la volta dell’influenza suina e circa 40 milioni di Americani furono vaccinati. La malattia non raggiunse proporzioni epidemiche, mentre sorsero dei dubbi relativamente alla validità della vaccinazione di massa dopo la manifestazione di frequenti gravi effetti collaterali.

Senza la paura, che è l’ossigeno della malattia, questa non può manifestarsi, per cui eliminando la paura, si elimina il suo fondamento. Poiché la nostra sostanza è puramente spirituale, la malattia non trova nulla a cui attaccarsi. Perciò, invece di permettere passivamente alla malattia di fare il suo corso o di arrendersi al concetto comune che il contagio è inevitabile, ognuno può risvegliarsi alla sua assoluta esenzione, alla sua totale immunità dalla malattia. Quando ognuno di noi esercita questo controllo, che la Bibbia definisce «dominio», sostiene anche la salute e il benessere dei vicini.

Molte persone in tutto il mondo si potrebbero chiedere il perché delle tante incidenze di proporzioni pandemiche che sembrano attaccare la nostra vita, che sia attraverso la perdita del lavoro, la perdita della casa, la perdita della salute o altre circostanze. Questa atmosfera di paura può sembrare davvero molto persuasiva. Ma il rimedio è a portata di mano. L’Amore divino è un antidoto potente e presente che redime la mente umana dalla sua stessa distruzione. Riconoscendo la nostra immunità, sappiamo di essere al sicuro, e questa sicurezza può solo derivare da Dio. Con persistenza e resistenza tutti possiamo realizzare l’immunità data da Dio per ogni tipo di male.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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