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La preghiera semplice che trasforma

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 1 gennaio 2010

Tradotto dal Christian Science Sentinel, 2 giugno 2008


Quando insegnavo alla Scuola Domenicale, chiesi alla mia classe, composta da bambini di 6 anni: «Cosa fareste se qualcuno vi chiedesse di pregare per lui?». Una bambina rispose fiduciosamente: «Gli direi che è al sicuro nella tasca di Dio». La risposta mi piacque molto.

Dopo il servizio, mi suonò il telefono: un uomo mi chiedeva un trattamento in preghiera; non aveva familiarità con la Scienza Cristiana, tuttavia aveva sentito che guariva. Mi stava chiamando per dei problemi fisici ed io mi sorpresi a dire come prime parole: «lei è al sicuro nella tasca di Dio». Iniziò a piangere e riattaccò la comunicazione senza lasciarmi il nome. Una settimana dopo l’uomo mi richiamò per informarmi che era guarito dalla condizione per la quale aveva cercato il mio aiuto – ed esattamente nel momento in cui aveva riattaccato.

Il lavoro semplice del Cristo, del messaggio guaritore di Dio all’umanità, espresso nella dolce fiducia di quella bambina alla Scuola Domenicale, mi aveva insegnato un’importante lezione circa la natura spontanea della preghiera guaritrice. Appresi l’importanza di mantenere le mie preghiere semplici. Dio conosce i Suoi figli: «Ti conosco personalmente», dichiarò a Mosè (Esodo 33:17). Questo per me significa che abbiamo un rapporto intimo con Dio. Come Mente divina o intelligenza infinita, Dio ci conosce come Sue idee spirituali; e non solo: Dio, in quanto Amore divino, ci tratta come stimati figli e figlie, con massima compassione, rispetto e attenzione; ed Egli mantiene la nostra salute ed il nostro benessere. Questo tenero trattamento, questo messaggio divino di amore che parla a ciascuno di noi, si chiama Cristo.

Come Dio si prenda cura dei Suoi figli è stato ampiamente esemplificato nel trattamento di Gesù alle moltitudini che lo cercavano per guarire: tutti i suoi pensieri e le sue azioni erano permeati di amore. La sua adesione completa alla volontà di Dio gli guadagnò il titolo di Cristo Gesù e coloro che erano ricettivi sentivano il potere rigenerante del Cristo.

Al termine del proprio ministero, Gesù promise che sarebbe arrivata una rivelazione finale, un Consolatore: ebbene, la Scienza del Cristo è arrivata, e ispira e guarisce l’umanità, oggi. La Scienza Cristiana, scoperta da Mary Baker Eddy, può essere facilmente messa in pratica da me e te ogni giorno e non è riservata a coloro che abbiano raggiunto un dato livello di abilità intellettiva, così come dimostrò la mia allieva della Scuola Domenicale.

Un giorno Mary Baker Eddy fu intervistata da un giornalista di nome Arthur Brisbane. Egli non si aspettava di scoprire i benefici della preghiera basata sulla solida fiducia in Dio, ma nel corso della conversazione le menzionò che si sentiva stanco. Ella gli rispose semplicemente chiedendo se desiderasse avere un trattamento nella Scienza Cristiana ed egli acconsentì. Successivamente, ella spiegò a degli amici: «Tutto ciò che posso dire è che fu un’esperienza delle più straordinariamente belle… quel trattamento mi dimostrò il grande bisogno della Scienza Cristiana nel mondo» (Yvonne von Fettweis e Robert Warneck, Mary Baker Eddy: Christian Healer, pag.217). Penso che Brisbane

debba aver percepito qualcosa del potere del Cristo; forse non comprese come la Scienza Cristiana lo guarì oppure afferrò il pieno significato del messaggio, ma la sua semplice accettazione lo portò alla guarigione.

Nella mia pratica di guarigione, ho trovato che il trattamento più efficace è quello in cui affermo nelle mie preghiere la naturale bontà di Dio. Proprio come un aereo utilizza i motori per correre sulla pista e raggiungere la spinta di decollo, noi possiamo usare la preghiera per smuovere il pensiero e sentire veramente lo spirito del Cristo che eleva e guarisce. Quando mi sforzo di apprezzare i figli di Dio così come Lui li apprezza, le mie preghiere rimangono semplici, e tuttavia efficaci. Sia il ragionamento ispirato sia l’ascolto silenzioso della guida di Dio mi aiutano a discernere ciò che è vero e mi trattengono dal recitare frasi o citazioni che intrattengono solo la mente umana. Trovo che un trattamento in preghiera lungo e articolato spesso tende a trasformare un problema in realtà quando invece dovrebbe essere riconosciuto come un’imposizione sul pensiero. Questa barriera al progresso necessita una veloce rimozione.

Vi è spesso resistenza alla semplicità del trattamento nella Scienza Cristiana. Pensieri del tipo «non sono bravo abbastanza», «non conosco a sufficienza» e «ciò che penso non può assolutamente aiutare nessuno», possono distrarre l’attenzione del guaritore spirituale; ma io ho imparato a riconoscerli come il solito attacco di contraerea della mente umana. Quando do valore al fatto spirituale che le idee della Mente divina esprimono in modo naturale dominio su qualsiasi cosa si opponga al bene, confusione e riluttanza ad accettare il messaggio cristico scompaiono. Il tentativo di sistemare ciò che Dio non ha mai creato (una malattia, un’interruzione nelle comunicazioni familiari) ingarbuglia inutilmente il trattamento: se tento di aggiustare qualcosa attraverso la preghiera invece di affermare che la perfezione spirituale è un fatto permanente qui ed ora, accetto che la debolezza, la malattia e il peccato siano veri ed li associo erroneamente a coloro che dovrei aiutare.

Quando non sento più nulla da chi ha ricevuto da me un trattamento in preghiera, non ho bisogno di sentirmi confuso in merito a quando smettere di pregare per lui o preoccuparmi di non aver fatto abbastanza. Al contrario, mi piace pensarla a questo modo: come mi è chiaro quando termino di tagliare l’erba in giardino, così so anche quando concludere un trattamento rimanendo sintonizzato sui segnali mentali della guarigione, sentimenti di pace, gioia e convinzione spirituale che mi informano che il Cristo ha compiuto il lavoro di guarigione. Se più tardi vengo ispirato a proseguire nella preghiera, lo faccio, ma ho anche realizzato che non vi è necessità di tornare mentalmente sull’intero problema tanto quanto non vi sarebbe necessità di ripassare tutto il prato solo per ritoccare un ciuffo rimasto. La mia comprensione che Dio dirige i miei pensieri, mi ispira a pregare per tutto ciò che necessita di ulteriore attenzione richiedendo e confidando allo stesso tempo nel fatto che la guarigione totale è inevitabile.

Qualcuno si chiederà se c’è differenza tra il trattamento nella Scienza Cristiana e la preghiera. Sì, ogni trattamento della Scienza Cristiana è preghiera. Ma al contrario, non tutte le preghiere sono trattamenti. Quando qualcuno mi chiede un trattamento nella Scienza Cristiana, egli da’ il suo espresso consenso a spiritualizzare il proprio pensiero tramite la mia preghiera specifica. Siccome la malattia e la discordanza nella condizione umana sono manifestazioni del pensiero, io aiuto il paziente a capire che le credenze materiali non possono imprigionarlo né fermarlo nel suo progresso.

Tuttavia non sarebbe saggio o amorevole da parte mia dare un trattamento senza il suo consenso. Ciò non vuol dire che io cessi di essere premuroso: nessuno dovrebbe mai sentirsi abbandonato.

Se casualmente un amico mi chiede di pregare per lui pur non conoscendo la differenza tra trattamento e preghiera, posso comunque pregare. La preghiera con meno accento personale e più senso generale è il desiderio che gli altri beneficino del meglio. Sotto questa luce, posso sempre affermare l’amore di Dio per tutti i Suoi figli, ovunque.

Qualcuno si chiederà se la preghiera possa mai essere troppo semplice. È sufficiente chiedere semplicemente: «Dio, aiutami!», o devo forse sapere o fare qualcos’altro? Ebbene, alle volte una richiesta di aiuto è tutto ciò che serve perché la guarigione inizi a sbocciare. Il domandare significa che comprendiamo di aver bisogno di Dio. Nella prima Beatitudine, Gesù disse: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Matteo 5:3).

Effettivamente questa domanda può sembrare semplice, ma può avere grandi conseguenze. Se chiedo aiuto a Dio spontaneamente e di cuore, godrò della Sua grazia. E anche se il mio concetto di Dio sembra «piccolo» o non mi sento sicuro di meritare la Sua attenzione, ricevo comunque la luce infinita ed il potere eterno del Cristo.

Sto imparando a non scoraggiarmi quando in un trattamento non ottengo guarigione completa alla mia prima dichiarazione della verità: non è il momento dell’auto-condanna, bensì della resa del senso di volontà umana a quella divina. È un’opportunità per scoprire di più Dio, l’Amore stesso, per essere più onesto, puro, amorevole e paziente. E per riposare nel fatto che il Cristo sta compiendo la guarigione.

In un trattamento della Scienza Cristiana, il Cristo abbraccia teneramente e compassionevolmente il paziente ed il practitioner insieme. Dubbi e paura vengono messi alla porta. La preghiera, che inizia con l’Amore di Dio per le Sue idee ed accetta che questa amorevolezza si espanda costantemente verso coloro che necessitano di guarigione, sarà sicuramente efficace. La meta è di mantenere la preghiera così semplice e trasparente che il Cristo possa essere tangibilmente sentito- e la guarigione si manifesta.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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