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Rubrica: prospettiva sulle notizie

Dalle calamità naturali alla calma

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 23 gennaio 2017

Originariamente pubblicato sul numero dell’8 ottobre 1979 del Christian Science Sentinel


Le notizie sulle calamità che avvengono e che dominano i titoli dei giornali necessitano sì della nostra attenzione, ma di un’attenzione compassionevole. Recentemente un uragano ha colpito i Caraibi e devastato la Repubblica Domenicana. Un altro ancora più recente si è abbattuto su alcune zone del sud degli Stati Uniti lasciando molte persone senza casa e danni stimati per centinaia di milioni di dollari. La siccità nell’India occidentale sembra abbia colpito milioni di persone. Un terremoto in Nuova Guinea ha lasciato migliaia di persone senza tetto.

Sembra che l’umanità sia soggetta a forze brutali senza alcuna possibilità di controllo. Tuttavia tali forze sono la contraffazione del vero potere, Dio, che è l’unica forza infinita e causa e mantiene soltanto il bene. Più si comprende questo fatto, più i fenomeni distruttivi diminuiranno.

Le preghiere di coloro che percepiscono la supremazia di Dio possono diffondere questa comprensione e aiutare a provvedere ai bisogni immediati delle vittime di un disastro. La preghiera agisce nel rendere sempre più visibile la realtà della cura dell’Amore divino per l’uomo. L’essere reale risulta da Dio, il bene, non da forze materiali cieche. L’armonia dell’uomo non può mai venire distrutta né la sua sostanza consumata o devastata. Ma questo fatto deve essere reso visibile. Man mano che la Realtà divina ci diventa più chiara, riusciamo a contribuire a chiudere il divario tra ciò che il senso spirituale riconosce come vero e ciò che il senso mortale teme sia vero.

È possibile pregare in modo da includere la profonda convinzione che l’Amore divino rafforza e sostiene la Sua espressione, l’uomo, e che questa verità abbraccia la circostanza umana tramite l’attività del Cristo, l’idea divina di Dio, che guarisce, nutre e protegge.

Quando acquisiamo la consapevolezza del potere guaritore del Cristo, lo vediamo intervenire nelle questioni umane, prendersi cura dei bisogni dell’umanità in modo pratico e tangibile, avendo un’influenza calmante ed innalzandoci a vedere la presenza dell’Amore; il potere del Cristo apre la via per la risoluzione dei problemi individuali.

Se una particolare zona è stata devastata dal vento, da un’alluvione, dalla siccità o da un terremoto, la preghiera ci mostra che il Cristo è lì a svelare ciò che Dio ha preparato, che il Cristo sollecita un’azione intelligente e compassionevole da parte di coloro che si trovano nelle condizioni di prestare soccorso e che sgretola le barriere che potrebbero ostacolare tale aiuto.

Il Cristo annulla la supposta logica del ragionamento umano, diminuisce le restrizioni, abbatte le limitazioni e guarisce le malattie che i sensi fisici definiscono inguaribili. Gesù lo dimostrò volta dopo volta. Lo stesso potere-Cristo che Gesù espresse, se lo accettiamo, può effettuare il suo intervento guaritore oggi a favore delle comunità e delle nazioni così come delle singole persone.

Naturalmente l’ideale sarebbe la prevenzione dei disastri e l’applicazione intelligente della Scienza Cristiana indica la via verso questo scopo ultimo. La credenza che il male sia un potere, qualunque forma esso assuma, può essere fermata lungo il suo percorso dal comando dell’unica Mente. Non esistono zone nell’infinità della Mente in cui la distruzione possa svilupparsi incontrollatamente; le evidenze contrarie devono cedere il passo all’accettazione consapevole di questo fatto. Mary Baker Eddy scrive: “Basta una parola della Mente divina a calmare e a limitare la mentalità umana, espressa in malattia, peccato e morte, in tempesta e inondazione” (The First Church of Christ, Scientist, and Miscellany, pag.106).

Possiamo essere tentati di pensare che ci sia poco da fare di fronte alla violenza di una tempesta o all’infuriare di un incendio, che l’armonia spirituale è irrilevante e non può risolvere il problema. Eppure il male, che appaia sotto forma di onde, trombe d’aria o fiamme, non è la Mente, non è consapevole, non è legge. Il riconoscimento del governo intelligente della Mente su tutto l’essere può far fronte alle minacce di calamità e dissolverle.

Gesù Cristo fece tacere una tempesta. Egli “sgridò i venti ed il mare, e si fece gran bonaccia” (Matteo 8:26). Seguendo il nostro Maestro possiamo dimostrare un dominio sempre maggiore sulla discordia. Esiste un’unica realtà, quella spirituale, non due, una spirituale e una materiale che cerchiamo di sovrapporre l’una all’altra.

Mary Baker Eddy dichiara: “La Mente immortale, che tutto governa, dev’essere riconosciuta suprema nel cosiddetto reame fisico, quanto in quello spirituale” (Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, pag. 427:23). Questa grande verità è in grado di sopraffare ciò che appare sopraffacente. Comprendendo questo fatto, non solo aiutiamo le vittime degli elementi, ma acceleriamo anche il superamento delle cosiddette calamità “naturali”.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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