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“Padre, svegliami!”

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 18 ottobre 2017

Originariamente pubblicato sul numero di gennaio 2017 de The Christian Science Journal


Cristo Gesù fu un guaritore spirituale davvero straordinario. Le sue opere di guarigione, così come riportate dalla Bibbia, sono ancora oggetto di attento studio da parte di coloro che desiderano ardentemente comprendere cosa Gesù sapesse e capisse spiritualmente per riuscire a realizzarle. 

Leggendo i resoconti di queste guarigioni, si nota che Gesù sembrava prestare ben poca attenzione, se non nessuna, all'aspetto fisico di coloro che si recavano da lui per guarire. Si potrebbe quindi concludere che l'attenzione di Gesù era invece centrata sulla loro realtà spirituale in quanto creazioni perfette di Dio, e che questa verità spirituale, riflessa da Gesù, serviva a risvegliare nella loro consapevolezza la ricettività alla propria innata purezza e perfezione. Il risultato di tutto ciò era la guarigione.

Per aiutare i suoi discepoli a capire in che modo fossero compiute queste guarigioni, Gesù li guidava costantemente alla reale comprensione spirituale del Cristo, l'idea divina di Dio che Gesù esprimeva così compiutamente. A tutt'oggi, il Suo esempio e i suoi insegnamenti aiutano noi, suoi "moderni" discepoli, a comprendere la verità spirituale per poterlo seguire e quindi poter guarire noi stessi e il nostro prossimo.

La realtà spirituale è sempre perfetta ed è sempre presente, anche in quelle situazioni dove sembra proprio apparire l'evidenza materiale della malattia.

Gesù ci dette una lezione importante su come operare una guarigione quando resuscitò Lazzaro. Dopo aver udito che Lazzaro era morto, disse ai suoi discepoli: “Il nostro amico Lazzaro s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo.” (Giov. 11:11). Avendo detto che Lazzaro stava dormendo e non che era morto, appare chiaro che per Gesù la morte non era una realtà, né una destinazione finale. La credenza nella morte era invece un sogno mortale da cui Lazzaro doveva, e lo fu, essere destato.

Poiché Gesù vedeva immediatamente la realtà spirituale di ogni persona in quanto puro riflesso di Dio, non rimaneva impressionato dall'evidenza materiale che gli si presentava davanti. La realtà spirituale è sempre perfetta ed è sempre presente, anche in quelle situazioni dove sembra proprio apparire l'evidenza materiale della malattia. Gesù ce lo dimostrò svegliando le persone dal sogno della malattia e della morte. Mary Baker Eddy, scopritrice e fondatrice della Scienza Cristiana, scrive: “Per colui che guarisce secondo la Scienza Cristiana, la malattia è un sogno dal quale il paziente deve venire svegliato” (Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, pag. 417).

Un pomeriggio di molti anni fa, appresi una potente lezione sulla natura onirica della malattia. Ricevetti una telefonata da un'amica che mi confessò di soffrire di un male incurabile. Incominciò ad illustrarmi i dettagli della malattia, aggiungendo che stava ricevendo l'aiuto dei medici per curarsi. La confortai, e le dissi che ero certa che Dio è un aiuto sempre presente e che poteva avvertire la Sua presenza.

La descrizione che mi fornì del suo male, tuttavia, esercitò sui miei pensieri una certa influenza. Quella sera, mentre lavavo i piatti, rimasi improvvisamente paralizzata dalla paura perché, stranamente, stavo cominciando a percepire tutti quei sintomi che la mia amica mi aveva descritto al telefono quel pomeriggio. Da anni studiavo la Scienza Cristiana e sapevo, nel profondo del cuore, che i sintomi non rappresentano altro che l'aggressiva suggestione mentale che la materia e la malattia siano reali, e che tale suggestione tentava così di farmi assopire alla realtà spirituale del mio essere pura e perfetta. Ne ero al corrente, ma i sintomi apparivano alquanto persistenti e li percepivo in modo palpabile.

Mi sentivo amata e accudita, e sapevo che la mia preghiera di essere destata dal sogno della malattia avrebbe avuto una risposta.

Pregai tutta la sera per destarmi alla verità, dichiarando che ero un'idea spirituale creata da Dio e che di conseguenza ero perfetta proprio in quel momento, scevra da qualsiasi suggestione maligna. Sembrava, però, che non volessi davvero abbandonare questo sogno di malattia che faceva pressione sul mio pensiero.

Mi venne poi in mente una conversazione avuta molti anni prima con un mio caro amico, persona molto saggia e spirituale, e con una solida pratica di guarigione alle spalle come practitioner della Scienza Cristiana. Dopo una delle nostre discussioni, mi aveva chiesto: “Wendy, t'inginocchi mai per pregare?”

“Certamente, due volte l'anno,” replicai (riferendomi al culto della Comunione che si tiene due volte l'anno nelle filiali della Chiesa del Cristo, Scientista, dove gli astanti sono invitati a inginocchiarsi e a pregare).

Lui ridacchiò e disse: “A dire il vero mi stavo riferendo ai momenti in cui cerchi una guida o vuoi guarire.” 

“No, non lo faccio”, fui costretta ad ammettere.

Terminò allora la conversazione, dicendomi: “Ti consiglio di rifletterci.”

Una qualità che ho sempre apprezzato in lui è la sua umiltà. Capii allora che mi stava incoraggiando a considerare di portare le mie preghiere a un livello più profondo.

Il semplice atto di inginocchiarsi non porta di per sé alla guarigione, ma quando ci inginocchiamo a seguito di un desiderio intimo di lasciare tutto nelle mani di Dio, Amore divino, ecco che allora il nostro pensiero cede sinceramente il passo a Lui. In totale resa a Dio, rimettiamo in Lui la nostra vita intera, abbandonando la nostra volontà, le nostre opinioni umane e la paura; ascoltiamo a fondo le Sue direttive e ci aspettiamo di sentire la Sua presenza.

Quella notte, ripensando alla conversazione avuta anni prima col mio amico, mi misi in ginocchio a pregare. Con profondo e umile desiderio chiesi al mio Padre-Madre Dio di aiutarmi. L'unica preghiera che mi venne in mente fu di due parole soltanto, e la recitai con grande sincerità: “Padre, svegliami!”

Fui inondata da una sensazione di grande gioia e sollievo. Mi sentivo amata e accudita, e sapevo che la mia preghiera di essere destata dal sogno della malattia avrebbe avuto una risposta.

Dormii profondamente per tutta la notte e la mattina dopo, al mio risveglio, seppi immediatamente che ero desta—mi ero risvegliata dal sogno della malattia. Sapevo di essere sveglia perché la mia paura se n'era andata. Ero finalmente libera da quelle tetre immagini mentali che avevano invaso la mia mente, e non avevo più quei sintomi terrificanti. Mi resi conto, con grande gioia, che Dio aveva risposto alla mia richiesta di aiuto, ed ero guarita.

La preghiera con cui avevo chiesto aiuto a Dio aveva risvegliato il mio senso spirituale alla verità di essere una perfetta creazione di Dio.

Grazie a questa guarigione ho appreso una magnifica lezione. Quando mi risvegliai del tutto guarita, mi fu chiaro che la correzione necessaria non era avvenuta realmente nel mio corpo, ma nel mio pensiero. La preghiera con cui avevo chiesto aiuto a Dio aveva risvegliato il mio senso spirituale alla verità di essere una perfetta creazione di Dio. Una volta aperti gli occhi a questa verità, il corpo ha risposto di conseguenza, in modo naturale. La cosiddetta malattia non era stata nient'altro che un'ipnotica suggestione mentale che voleva indurmi a credere che fosse una reale disfunzione materiale in grado di farmi del male; era stata invece sempre irreale, una falsa credenza.

Gesù incoraggiava i suoi seguaci a chiedere aiuto a Dio. Nella Bibbia, infatti, leggiamo: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa.” (Matteo 7:7-8, versione Nuova Diodati).

Ripensando a questa esperienza di guarigione di tanti anni fa, ho riflettuto sul perché la mia breve preghiera sia stata così sollecitamente esaudita. Credo che la risposta si trovi nella seguente dichiarazione di Gesù: “E tutte le cose che domanderete nella preghiera, se avete fede, le otterrete.” (Matteo 21:22).

Crediamo e comprendiamo veramente nel potere che ha l'amore di Dio per ciascuno di noi? Ci ama più di quanto possiamo davvero comprendere, ma possiamo iniziare ad impararlo adesso. Dio ci invia il Suo messaggio guaritore, il Cristo, Verità, per risvegliarci alla nostra perfezione naturale e ci abbraccia nella Sua onnipresente bontà e potenza, proprio qui e adesso. Abbiamo abbastanza fiducia nella verità spirituale da ricercare la presenza di Dio che opera nelle nostra vita? Ci aspettiamo che le nostre preghiere ci conducano davvero alla guarigione? 

Il senso profondo di una preghiera umile e carica di desiderio, espresso inginocchiandosi umilmente in venerazione di Dio, è accessibile a chiunque, ovunque e in qualsiasi momento. Invita il potere cristico a destarci alla realtà spirituale e a guarirci.


O sognatore, destati con gioia,
O prigioniero alzati e canta, tu sei libero,
Il Cristo è qui e spezza ogni sogno erroneo
sciogliendo i lacci di ogni prigionia.

—Rosa M. Turner, Innario della Scienza Cristiana, N° 412, © CSBD

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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