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Guardando oltre la vetrina allestita dal materialismo

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 12 dicembre 2017

Originariamente pubblicato sul numero del 2 febbraio 2015 del Christian Science Sentinel


Le recenti vacanze natalizie mi hanno ricordato una tradizione della mia famiglia praticata quando ero bambina. Ogni anno, nel periodo di Natale andavamo nel centro di San Louis e parcheggiavamo vicino a due grandi magazzini, quindi passeggiavamo per guardare le vetrine decorate con figure animate in veste natalizia. Le musiche natalizie aumentavano ulteriormente l’eccitazione. Io e i miei fratelli restavamo incantati dinnanzi a quello spettacolo di scene e suoni natalizi.

Quei grandi magazzini allestivano le vetrine allo scopo di spingere i potenziali clienti ad entrare per acquistare i regali. Il mio dizionario riporta una seconda definizione sotto la voce allestimento delle vetrine: “Affermazioni, azioni o esposizioni volte a far apparire qualcosa migliore di quanto non sia realmente”. 

Questa seconda definizione mi ricorda di quando, da giovane adulta, lasciai la Scienza Cristiana. Da bambina avevo frequentato la Scuola domenicale della Scienza Cristiana, dove avevo imparato che ero una figlia di Dio e che potevo avere fiducia che Lui si prendesse cura di me. Questa verità mi fu manifesta in molte guarigioni che avvennero a quell’epoca. 

Tuttavia, ad un certo punto, fra il liceo e l’università, smisi di avere fiducia in Dio e cominciai a pensare che la Scienza Cristiana fosse troppo diversa da qualsiasi altra cosa e che fosse troppo difficile essere una scientista cristiana in questo mondo. Pensai che sarebbe stato molto più semplice percorrere la strada seguita dalla maggioranza delle persone. Non presi mai la decisione consapevole di dimenticare Dio e lasciare la Scuola domenicale, semplicemente smisi di pensare ai fatti spirituali. Mi sentivo a mio agio a far parte della massa. Potrei dire di essermi lasciata affascinare dalle vetrine allestite dall’esistenza umana materiale. 

Alcuni anni più tardi lavoravo come segretaria presso un ufficio legale, ero divorziata e madre single. Una collega aveva appena avuto un’infezione renale, e mi raccontò dei problemi che aveva incontrato per riuscire a guarire. Non passò molto tempo che cominciai ad avvertire io stessa alcuni dei sintomi che mi aveva descritto.

Una Domenica mi recai al culto di una Chiesa filiale del Cristo, Scientista insieme a mia madre, e siccome avevo deciso di andare in chiesa con lei, sapeva che ero alla ricerca di soluzioni per i miei problemi.

Volevo sinceramente approfondire la Scienza Cristiana.

Notò il mio disagio e fu molto chiara con me: prima di tutto mi ricordò le lezioni che avevo appreso quando frequentavo la Scuola domenicale riguardo alla mia vera natura spirituale in quanto figlia di Dio e su come Dio mi mantiene sempre integra e in perfetta salute. Quindi mi esortò a farmi visitare da un medico o a rivolgermi ad un practitioner della Scienza Cristiana per chiedere un trattamento tramite la Scienza Cristiana. Insistette sul fatto che non fare nulla non era Scienza Cristiana.

Mi disse esplicitamente che dovevo prendere una decisione. Pensandoci, compresi che dovevo scegliere se continuare con la mia visione materiale della vita di quel momento e cercare soluzioni materiali, oppure approfondire la Scienza Cristiana con onestà, spinta da un sincero desiderio di correggere ed elevare il mio modo di pensare e vivere, per condurre una vita realmente spirituale e trovare guarigione attraverso lo Spirito, Dio.

Decisi di rivolgermi ad una practitioner della Scienza Cristiana che si trovava nell’elenco telefonico. Il suo ufficio era situato a circa trenta minuti dal mio posto di lavoro, e il lunedì successivo le feci visita durante la mia pausa pranzo. Non ricordo cosa mi disse, ma prima di tornare al lavoro ero completamente guarita. Mi commossi e provai un senso di profonda gratitudine. 

Questo passaggio tratto dal libro di testo della Scienza Cristiana, Scienza e Salute con Chiave delle Scritture di Mary Baker Eddy, descrive la mia esperienza: “Se credete nel male e siete consci di compierlo, potete subito cambiare strada e agire bene. La materia non può opporsi in alcun modo ai giusti sforzi contro il peccato o la malattia, poiché la materia è inerte, priva di mente. Inoltre, se vi credete malato, potete cambiare questa credenza e azione sbagliata senza alcun ostacolo da parte del corpo” (pag. 253).

Cominciai a studiare seriamente la Scienza Cristiana, e presto mi divenne chiaro che Dio si prendeva, e si era sempre preso, cura di me. Capii che Dio è Amore, che si occupa con sollecitudine di ognuno, e che tutti, nella nostra vera identità spirituale, siamo l’espressione armoniosa di Dio. 

Che dono prezioso! Davvero, la Scienza Cristiana è la “perla di gran prezzo” (Matteo 13:46). Dopo questa esperienza che mi ha aperto gli occhi, ho avuto altre guarigioni, e continuo ad essere grata per ogni dimostrazione della sollecitudine di Dio nella mia vita. La Scienza Cristiana non è una vetrina allestita; è la verità.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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