Era la mia prima bicicletta da ragazza, ed era del mio colore preferito: blu. Amavo il vento sulla faccia mentre pedalavo veloce, e amavo andare in bicicletta con i miei migliori amici dopo la scuola.
Un giorno, mentre mi apprestavo a partire per uno dei miei giri, vidi che la bici non c’era più. Era strano, perché l’avevo lasciata al solito posto. Lo dissi a mia madre, ma quando nemmeno insieme riuscimmo a trovarla da nessuna parte, capimmo che era stata rubata.
Alla Scuola domenicale della Scienza Cristiana avevo imparato a conoscere Dio. Sulla parete della mia Scuola domenicale c’è scritto: “Dio è Amore”(vedi 1 Giov. 4:8). Percepire l’amore di Dio per me mi aiutò a sentirmi consolata. Sapevo che proprio come Dio aveva creato me per esprimere amore e per sentirmi amata, allo stesso modo aveva creato anche tutti gli altri, perciò nessuno poteva desiderare di prendere qualcosa che non era suo. Invece di sentirmi arrabbiata verso la persona che mi aveva rubato la bicicletta, avevo completa fiducia nel fatto che Dio si sarebbe preso cura di me e di tutto ciò che mi apparteneva. Ero assolutamente sicura che la mia bici sarebbe stata ritrovata e che mi sarebbe stata restituita.
Io e mia mamma decidemmo di denunciare il furto presso la stazione di polizia. Il poliziotto fu molto gentile con me e mi fece molte domande: com’era la bicicletta, dove l’avevo vista l’ultima volta, ecc. Quando finii di rispondere, mi dissero che avrebbero fatto del loro meglio per ritrovarla, ma mi avvertirono di non sperarci troppo, perché il più delle volte le bici rubate non venivano ritrovate.
Non mi scoraggiai, perché avevo riposto la mia completa fiducia in Dio, il più alto potere esistente. Come avrei potuto dubitare?
Da quel momento, ogni sera, dopo essermi infilata a letto e aver pregato insieme a mia mamma, dicevo: “Adesso preghiamo per la mia bicicletta”. Così facemmo. La mia fiducia in Dio rimase ferma. Non mi arresi mai. Sentire l’Amore e la cura di Dio per me mi rendeva felice, e mi faceva sentire vicino a Dio, quando pregavo.
Pregai ogni sera per due settimane. Poi chiamò la polizia. Avevano trovato una bicicletta che corrispondeva alla mia descrizione e mi chiesero di presentarmi per vedere se era la mia.
Io e mia mamma andammo lì immediatamente e, indovina un po’, era proprio la mia bicicletta! Alla polizia erano meravigliati del ritrovamento. Li ringraziai e ringraziai Dio.
Fu la prima volta che pregai con costanza e pazienza per un problema. Non ho mai dimenticato ciò che avvenne, e ora so di potermi sempre fidare dell’amore e della cura di Dio per me. E lo stesso puoi fare tu.