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I segni dei tempi

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 17 maggio 2017

Pubblicato sul numero di aprile 2011 de The Christian Science Journal

Originariamente pubblicato su spirituality.com


Quando risposi al telefono, sentii le mie due figlie adulte piangere terrorizzate. Si trovavano sulle montagne del Colorado davanti a un enorme smottamento. La più grande mi disse che fango, detriti e pietre stavano cadendo a gran velocità verso la loro auto ed il fango stava spingendo altre auto verso un pericoloso precipizio sull’altro lato della strada.

Il mio cuore fece un sobbalzo di panico. La paura che sentimmo in quel momento sembrava schiacciante, ma le mie figlie mi stavano chiamando per chiedermi di pregare. Suggerii gentilmente di cantarsi a vicenda degli inni: erano sempre stati una fonte di conforto e guarigione per la nostra famiglia. Dopo aver riagganciato, mi rivolsi con tutto il cuore a Dio per trovare una risposta.

Anche io ero stata su quelle montagne e mi ero innamorata della loro maestosità. Una volta, mi avevano ispirato a effettuare una ricerca nella Bibbia per scoprire i modi in cui le montagne sono usate come simboli di vittorie su problemi umani. Per esempio, in Isaia leggiamo: “Quanto son belli, sui monti, i piedi del messaggero di buone novelle, che annunzia la pace, ch'è araldo di notizie liete, che annunzia la salvezza, che dice a Sion: 'Il tuo Dio regna!'” (52:7) e nei Salmi: “Io alzo gli occhi ai monti dai quali proviene il mio aiuto. Il mio aiuto vien dall'Eterno che ha fatto il cielo e la terra.” (Secondo la versione King James, 121:1, 2).

In preghiera silenziosa mi chiesi se fosse possibile che questa stessa montagna potesse essere un simbolo di speranza e forza, ma anche di potenziale disastro. Pensai a questa affermazione di Mary Baker Eddy: “Per la mente mortale, l’universo è liquido, solido e aeriforme. Interpretate spiritualmente, le rocce e le montagne sono il simbolo di idee solide e grandiose” (Scienza e Salute, pag. 511:24).

Dopo tutto, fu in montagna che Mosè ricevette i Dieci Comandamenti e che Gesù diede il suo Sermone sul Monte. Le montagne, comprese nel loro significato spirituale, portano ispirazione spirituale ed elevano, non mettono in pericolo. Mentre ascoltavo i pensieri amorevoli di Dio, compresi meglio questo concetto e seppi che le mie figlie erano salve. Provai la ferma convinzione ed la sensazione confortante che Dio aveva creato le montagne perché fossero una benedizione.

Dopo meno di mezz’ora, richiamai la mia primogenita. Sembrava essere gioiosa e felice e mi disse che lei e la sorella erano entrambe al lavoro! Ero felicissima. Mi spiegò che subito dopo che avevamo parlato, erano passate un’auto dello sceriffo e una scavatrice. Tutto il fango era stato spalato sui lati e fermato, la circolazione era ripresa e le mie figlie erano salve.

La mia preghiera per la salvezza delle mie figlie mi risvegliò ad un rinnovato senso di responsabilità per i disastri troppo frequenti che flagellano il nostro mondo. Sembriamo essere indifesi davanti a terremoti, siccità, uragani, allagamenti, bufere di neve, incendi boschivi, frane e tutti gli sconvolgimenti della terra. Tuttavia, realizzo sempre di più che questo non è ciò che avviene. Sto iniziando a capire che il vero pericolo non proviene dagli elementi della terra, ma da un’ignoranza su Dio e sulla Sua tenera cura per tutti noi e le risultanti false credenze sul nostro mondo.

Quelli che vengono definiti disastri “naturali” non sono la rabbia di Dio, una Sua punizione o elementi materiali in conflitto. Gesù placò la tempesta in mare e disse al vento «Taci, calmati!» (Marco 4:39). Non sarebbe mai riuscito a produrre un tale drammatico cambiamento se la tempesta fosse stata la volontà di Dio o un evento sul quale non aveva alcun controllo. Gesù viveva in unità con Dio, Vita e Verità. La sua identità spirituale era una con Dio, in purezza, altruismo, perdono, gratitudine e calma. La violenta tempesta era stata placata dalle qualità spirituali che lui viveva e dimostrava. Come un blocco di ghiaccio davanti al fuoco, caos, rabbia, confusione, paura e impotenza si sciolsero.

M.B. Eddy spiega in Scienza e Salute: “Quelle che vengono definite scienze naturali e leggi materiali sono gli stati oggettivi della mente mortale. L’universo fisico esprime i pensieri consci  ed inconsci dei mortali. La forza fisica e la mente mortale sono tutt’uno” (pag. 484:13). Non indica questa affermazione che i disastri del nostro mondo costituiscono una richiesta effettuata ad ognuno di noi di ripulire il pensiero dall’aggressività? Se desideriamo calmare il mare in tempesta o il vento violento sono la rabbia e la violenza che dobbiamo affrontare. Se desideriamo fermare la pungente zanzara o la bestia feroce, sono la avidità succhia sangue e l’odio feroce che devono venir negati. Se vogliamo fermare gli allagamenti, è l’irrefrenabile flusso di paura e disperazione che necessita di guarigione.

Quando osserviamo i grafici del tempo meteorologico, in realtà stiamo osservando l’atmosfera generale del pensiero umano. Gesù, che percepiva perspicacemente il pensiero, diede questo consiglio: “Quando si fa sera, voi dite: Bel tempo, perché il cielo rosseggia! e la mattina dite: Oggi tempesta, perché il cielo rosseggia cupo! Oh voi, ipocriti, l'aspetto del cielo lo sapete dunque discernere, e i segni de' tempi non arrivate a discernerli?” (Matteo 16:2, 3, secondo la versione King James).

A me sembra che discernere “i segni de’ tempi” significhi guardare bene il pensiero del mondo oggi e smetterla di odiarsi gli uni gli altri. Il disprezzo politico e la brama di potere, il risentimento e l’avidità nelle nostre case, nei luoghi di lavoro e nelle chiese, costituiscono la turbolenza violenta del nostro pianeta. Rimproverare queste tendenze aggressive nel pensiero, inizia a rimuoverne gli effetti nocivi dalla terra.

È l’Amore che trasforma il pensiero. Dio è Amore. Questo Amore non è un possedimento che una persona dà ad un’altra. L’Amore è lo stato di tutto l’essere. L’Amore definisce la nostra reale identità spirituale e la vera natura innocente di tutti. Ma non capiremo mai questa pura identità se sentiamo di vivere in un universo materiale soggetto alla sua miseria. L’uomo è la pura idea dell’Amore. Rivolgendoci umilmente a Dio in preghiera, capiamo che le nostra vita non ha lo scopo di ricevere il Suo amore, ma di esprimerlo. Così facendo, vediamo che le risposte a tutti i nostri bisogni sono fornite da Dio e non abbiamo bisogno di accumulare e litigare per le risorse del nostro pianeta. Il pensiero si sposta dal tentare di possedere all’esprimere l’amore di Dio e vediamo un ambiente più pacifico.

Le nostre preghiere sono le più efficaci quando guardiamo oltre l’instabilità fisica del nostro mondo e cerchiamo profondamente di comprendere l’universo della creazione di Dio. Le qualità di Dio non possono andare perdute, persino in un disastro. Intelligenza, creatività, bellezza, armonia, altruismo, coraggio e moralità sono sempre presenti perché esse sono spirituali, non circostanziate.

Pregare in questo modo ha un impatto gigantesco sulla nostra famiglia globale. La Bibbia promette: “Poiché la creazione con brama intensa aspetta la manifestazione dei figliuoli di Dio” (Romani 8:19). In proporzione a quanto riconosciamo Dio come Amore sempre presente e comprendiamo di essere Suoi figlie e figlie, possiamo aiutare a dissolvere i disastri arrecati dai subbugli mentali e iniziamo a vedere l’armonioso regno di Dio qui sulla Terra.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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