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La gioia di crescere spiritualmente

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 18 gennaio 2017

Originariamente pubblicato sul numero di giugno 2016 de The Christian Science Journal


Se ritenete strano che si possa provare gioia nello studio approfondito, nella preghiera e nella crescita spirituale nella Scienza Cristiana, considerate questo: quanta gioia può portarci iniziare a comprendere e dimostrare le possibilità illimitate che derivano dalla vittoria sulle limitazioni e le disarmonie della materia? E quanta ispirazione troveremo iniziando a dimostrare passo a passo che la materia, con tutta la sua arroganza nel dichiarare di essere la reale sostanza, non è quello che sembra essere? Mary Baker Eddy racconta di aver trascorso un periodo di studio approfondito a seguito della sua scoperta della Scienza Cristiana. Studiò la Bibbia per capire meglio quello che si celava dietro la significativa guarigione che lei stessa ebbe allora, e scrisse: “La ricerca fu dolce, calma, alleggerita dalla speranza, non egoista né deprimente” (Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, pag. 109:18).

Cristo Gesù, che parlò molte volte di gioia, camminò sulle acque, resuscitò i morti, sfamò le moltitudini ed infine resuscitò se stesso dalla tomba per poi ascendere in cielo. Con profondo amore per coloro disposti a seguirlo e con certezza, egli disse: “In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch'egli le opere che fo io; e ne farà di maggiori” (Giovanni 14:12).

Pur dovendo certamente crescere molto dal punto di vista spirituale prima di essere veramente pronti a camminare sulle acque dell’oceano, desideriamo veramente crescere con grazia verso questo tipo di altitudine spirituale. Non è forse questo il punto sottostante gli insegnamenti di Gesù, cioè dimostrare che Dio è Tutto e che la materia non è la realtà dell’essere?

Da dove iniziamo, quindi? O meglio, come possiamo arrivare a compiere le opere di cui parlava Gesù? Come scientisti cristiani, potremmo già aver dimostrato parecchie delle verità della realtà spirituale attraverso la guarigione, ma per raggiungere la piena realizzazione del regno dei cieli dentro di noi, dobbiamo tutti conoscere meglio l’Amore divino.

Impegnandoci in una comunione quotidiana con Dio, acquisiamo maggior fiducia nella guarigione perché sviluppiamo una più elevata comprensione della nostra unità con Dio.

Un modo di arrivare ad una percezione più costante di amare Dio e di sentire l’amore di Dio è di arrivare a conoscere meglio la Bibbia. Mentre la studiamo e preghiamo con essa più profondamente, i personaggi della Bibbia e loro lezioni spirituali diventano nostri amici. Questo produce un’elevazione del nostro pensiero, ci ispira e risveglia la nostra percezione spirituale delle gioie più grandi dell’Amore divino.

Alle volte mi sento come se davvero fossi proprio li a sentire gli insegnamenti di Cristo Gesù; questo avviene perché i suoi insegnamenti sono senza tempo e non sono legati o limitati da vincoli materiali. I suoi insegnamenti, come il Sermone sul Monte (vedi Matteo 5-7) ci pongono sulla via della vita eterna. Egli guida i suoi seguaci ad abbandonare i tratti malvagi dell’invidia, della gelosia e della durezza di cuore, e a sostituirli con l’espressione sincera dell’amore spirituale, del perdono, dell’onestà e dell’umiltà. In altre parole, egli ci guida a perseguire quella più elevata comprensione di Dio che sfocia in una rigenerazione spirituale del pensiero. Questa “nuova” consapevolezza, più simile a Cristo, brilla rendendoci guaritori cristiani, amici e colleghi migliori.

Questo tipo di studio devoto della Bibbia dovrebbe naturalmente includere anche le opere di Mary Baker Eddy. Quando arriviamo a conoscere questi libri in modo approfondito, il materialismo nel pensiero inizia a indebolirsi, consentendoci di avvertire più potentemente la luce della presenza dell’Amore.

Ma ci potremmo domandare, è realmente possibile in questi tempi materialistici, compiere le opere che Gesù disse che avremmo realizzato? Mary Baker Eddy risponde a questa domanda nel libro di testo della Scienza Cristiana, Scienza e Salute, dove scrive: “Se oggi queste meraviglie non si ripetono più comunemente, non è tanto per mancanza di desiderio quanto per mancanza di sviluppo spirituale” (pag. 243:14).

Gesù conosceva l’importanza del suo momento di raccoglimento con Dio. La Bibbia ci racconta che a volte egli passava un’intera notte in preghiera e quando scendeva dalla vetta del monte, guariva le moltitudini (vedi Luca 6:12-19). Anche noi possiamo imparare a passare maggior tempo “in vetta” pregando. Confidando nel fatto che Dio fornirà occasioni quotidiane di tempo  da trascorrere in quieta preghiera, vedremo aprirsi la via per trovare ed utilizzare questi momenti. Per esempio, iniziare al nostro risveglio con alcuni momenti di comunione con Dio porta con sé un più grande senso di pace, di stabilità e di forza per gestire gli eventi della giornata.

Impegnandoci in una comunione quotidiana con Dio, acquisiamo maggior fiducia nella guarigione perché sviluppiamo una più elevata comprensione della nostra unità con Dio, e la comprensione di questa unità è molto importante per il nostro lavoro di guarigione: non ha forse detto Gesù: “ Io ed il Padre siamo uno” (Giovanni 10:30) e “ Io non posso far nulla da me stesso” (Giovanni 5:30)? Nel corso della giornata, possiamo dichiarare con costanza di riflettere l’unica Mente divina. Questo genere di preghiera incessante ci offre una più ampia conoscenza della realtà spirituale e, come afferma Mary Baker Eddy in Scienza e Salute: “La conoscenza della Scienza dell’essere ci rende capaci di comunicare più ampiamente con la Mente divina, di prevedere e predire eventi che concernono il benessere universale, di essere divinamente ispirati - di raggiungere proprio la sfera della Mente illimitata” (pag. 84:16).

Crediamo in ciò che conosciamo. Il tempo che passiamo in comunione con Dio pregando, ci consente di avvertire e riconoscere una percezione più tangibile di essere amati da Dio e di amarLo: ci spostiamo oltre la “conoscenza” intellettuale che Dio ci ama e che noi Lo amiamo. Possedere la lettera della Scienza Cristiana senza lo spirito può farci sentire freddi, inguaribili o senza gioia. Ma arrivare a conoscere Dio con un cuore ricettivo mettendoci in comunione con Lui attraverso la preghiera, ci aiuta a vivere lo spirito e a non conoscerne solo la lettera. Mary Baker Eddy ci incoraggia: “Studiatene a fondo la lettera e imbevetevi dello spirito” (Scienza e Salute a pag. 495:34). Quando ci sentiamo “imbevuti” di amore spirituale, lo irradiamo agli altri in modo naturale. Questo è un aspetto legato alla gioia di crescere spiritualmente.

Tuttavia, i sensi materiali ed il loro limitato senso di esistenza, possono tentare di convincerci che non abbiamo tempo da passare in preghiera, perché “il lavoro mi chiama”, “devo andare a prendere i bambini a scuola” “e ci sono quelle foto dei social media da pubblicare!”. Ma Dio lavora nell’eternità, non nel tempo. Mettendo in pratica il Primo Comandamento: “Non avere altri dii nel mio cospetto” (Esodo 20:3), scopriamo che le cose del mondo iniziano ad allinearsi con la nostra prima priorità che è quella di arrivare a conoscere meglio Dio. Mosè rappresenta un esempio di quello che significa conoscere profondamente Dio, perché la bibbia ci racconta che Dio si rivolse a Mosè come un uomo parla ad un amico (vedi Esodo 33:11).

Anche se la gioia sembra spenta durante un periodo difficile, può venir riaccesa se ci si rivolge sinceramente all’Amore divino.

Quando apprendiamo a considerare in modo nuovo Dio e l’uomo, impariamo il linguaggio dello Spirito. Arrivando a conoscere meglio Dio, diventiamo più sciolti in questa lingua spirituale. Scopriamo che pensiamo e riconosciamo più prontamente le idee spirituali che provengono da Dio; percepiamo noi stessi come il perfetto riflesso di Dio; respingiamo le immagini erronee dell’uomo malato, peccatore e morente con maggiore naturalezza. Quando viviamo questo livello più elevato dell’Amore divino, la nostra vita di tutti i giorni perde un po’ dell’apparente dualismo dell’esistenza materiale; lo Spirito diventa più reale per il nostro pensiero.  Un effetto di questo cambiamento di pensiero o rigenerazione è che succedono cose meravigliose. Le chiacchiere insensate e talvolta fastidiose che ci circondano, ci toccano in misura minore. Esprimiamo maggiore pazienza e comprensione, e siamo meno critici verso il prossimo. Iniziamo a vivere l’amore del Cristo. Questo tipo di crescita spirituale racchiude un’incredibile libertà, perché i nostri pensieri sono più stabilmente in pace, provengono più spesso da Dio; sono pensieri celestiali che riflettono l’Anima e la sua armonia e portano con sé guarigione per noi stessi, il prossimo ed il mondo.

Mary Baker Eddy si augurava che tutti i suoi allievi avessero questo tipo di libertà. Ella afferma in Miscellaneous Writings 1883–1896: “Una cosa ho desiderato grandemente ed ancora richiedo sinceramente, e cioè che gli scientisti cristiani, qui ed altrove, preghino quotidianamente per se stessi; non verbalmente, non in ginocchio, ma mentalmente, umilmente ed insistentemente” (pag. 127).

Quando dedichiamo più tempo alla preghiera, scopriamo di avere sempre la capacità di guarire indipendentemente da ciò che stiamo facendo, di essere sempre pronti a guarire, ad essere “immediati nella preghiera” (Romani 12:12, secondo la versione King James).  Diventiamo maggiormente acuti ed abbiamo pensieri spirituali più frequenti che a loro volta ci forniscono le risposte ai problemi che possono sembrare irrisolvibili o insormontabili.

Proviamo a pensare a quanto è utile questo tipo di crescita per un mondo che ha così bisogno di illuminazione spirituale: sì, fare dello studio della Scienza Cristiana una priorità, è una disciplina! Tuttavia, posso dire per esperienza, che più assaggiamo questa fonte della realtà spirituale attraverso preghiera e studio, più desideriamo conoscerla e seguirla. La realtà spirituale è l’albeggiare delle idee infinite di Dio nella consapevolezza. “A misura che i mortali raggiungono vedute più corrette di Dio e dell’uomo, innumerevoli oggetti della creazione, che prima erano invisibili, diverranno visibili” (Scienza e Salute, pag. 264:15). Per me, il pensiero di trovare la vera sostanza della vita è qualcosa per cui impegnarsi a fondo con gioia. Il meglio che i sensi materiali limitati possano offrire non potrebbe nemmeno avvicinarsi al confronto con l’apprendimento di cosa sia la vera realtà.

Lo studio del nostro prezioso Pastore, la Bibbia e Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, ci aiuta nel nostro viaggio e porta maggior gioia nel pregare. Il sentimento davvero ispirato della presenza e del potere dell’Amore può diventare normale per noi perché presenza e potere dell’Amore non possono venire interrotti. Se dovessimo pensare di “non riuscire a sentire l’amore di Dio”, non arrendiamoci, ma perseveriamo! È inevitabile che il falso senso di ostruzione materiale dia il via libera alla presenza palpabile dell’Amore divino. Anche se la gioia sembra spenta durante un periodo difficile, può venir riaccesa se ci si rivolge sinceramente all’Amore divino.

Un esempio dell’effetto della crescita spirituale è ciò che mi successe in un periodo in cui pregavo e cercavo di imparare meglio cosa significasse cedere alla Mente una, Dio, avere una “unica Mente”. Stavo sbrigando una faccenda domestica quando percepii  l’improvvisa ispirazione dell’irrealtà di un’escrescenza fastidiosa che avevo sotto il braccio. In un istante potei avvertire la sensazione del potere spirituale e immediatamente l’escrescenza  iniziò a dissolversi. In un paio di giorni era sparita completamente. 

Attraverso molte altre guarigioni  ho imparato che quando zittisco la paura dei sensi materiali, riesco a sentire Dio. Gesù ci disse chiaramente:  “Non temere…!” (Marco 5:36). E nel capitolo intitolato “Pratica della Scienza Cristiana” in Scienza e Salute, Mary Baker Eddy esplicita chiaramente che placare la paura è un requisito della guarigione. Talvolta possiamo semplicemente fermarci e rivolgerci sinceramente a Dio per zittire la paura, perché la paura non ci appartiene: è un’imposizione dei sensi materiali, che si dissipa quando accettiamo l’Amore divino.

Aver conosciuto la Scienza Cristiana ha rappresentato per me una grande gioia! La preghiera profonda e lo studio sono immediatamente diventati una priorità e questo desiderio mi ha guidata passo a passo verso la pratica della guarigione a tempo pieno. Ogni giorno sono molto grata che questo sia il mio modo di trascorrere la giornata! Dopo tutto, basta pensare a quello possiamo aspettarci: quanta gioia ci porterà pensare ed iniziare a dimostrare le possibilità illimitate della pratica della guarigione nella Scienza Cristiana?

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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