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Lavorare per Dio

Che siamo alla ricerca del nostro primo impiego o che stiamo cercando di cambiare lavoro dopo anni in un settore, esiste un modo per trovare un’occupazione piena e soddisfacente.

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 20 giugno 2017

Originariamente pubblicato sul numero del 19 settembre 1988 del Christian Science Sentinel


Al giorno d’oggi è frequente trovarsi a ricoprire molteplici ruoli nel corso dei propri anni lavorativi, alle volte cambiando completamente carriera, come è successo a me. Essendomi trasferita in una grande città per perseguire una carriera musicale, accettai un impiego presso la succursale di un’importante testata giornalistica.

Si trattava di una soluzione temporanea, mi dissi, fino al mio debutto in campo musicale, ma dopo circa una settimana di prova, mentre ero in mezzo a gente che correva freneticamente cercando di rispettare le scadenze della rivista ed un centralino telefonico richiedeva continuamente la mia attenzione, decisi che questa occupazione non poteva essere una soluzione nemmeno temporanea!

Tuttavia, prima di lasciare tutto, telefonai ad un practitioner della Scienza Cristiana e chiesi aiuto in preghiera. Mentre riversavo le mie frustrazioni lavorative, parlai anche a gran voce di  alcuni atteggiamenti dei miei colleghi aggiungendo i miei commenti su come le loro fissazioni potessero venire corrette.

Il silenzio dall’altro capo del filo era così intenso che chiesi: “È ancora in linea”? La voce del practitioner gentilmente rispose: “sì, la sento, ma pensavo che il nostro vero lavoro fosse di attendere agli affari del Padre nostro, cioè di esprimere l’amore cristiano. Lei non crede di essere colei che deve correggere gli affari altrui, vero?” (La frase: “attendere agli affari del Padre” si riferiva alla risposta che Gesù diede ai suoi genitori che lo stavano cercando: “Perché mi cercavate? Non sapevate ch'io devo attendere agli affari del Padre mio?”, Luca 2:40-49 – Bibbia secondo la versione King James).

Seguì una conversazione che trovai molto utile in cui io e il practitioner approfondimmo alcuni modi per seguire l’esempio di Gesù Cristo nell’attendere agli affari di Dio. Ragionammo sul fatto che Dio, Padre, è Spirito, per cui i Suoi affari sono naturalmente spirituali e buoni. Capii che Dio, la Mente divina, è la fonte e l’origine  di tutto il vero essere. Poiché Dio ha creato l’uomo a Sua immagine, è naturale che l’uomo spirituale esprima l’azione e lo scopo di Dio, così come l’immagine riflessa nello specchio riflette l’originale.

Ma un senso mortale di noi stessi, che potrebbe seguire una linea di pensiero tendente alla lamentela o alla critica e suggerire che siamo separati da Dio deve venire corretto. Nella Scienza Cristiana possiamo effettuare tale correzione tramite la preghiera ed con una comprensione spirituale di Dio, Amore divino ed onnipresente. Siccome la vera identità di ciascuno di noi è spirituale e buona, possiamo riconoscere che tutti possediamo le qualità conferiteci da Dio quali purezza, salute, integrità e amore.

Mentre riflettevo su queste verità spirituali, mi sentii di far ritorno all’ufficio e di superare quella che era apparsa come una brutta partenza. Ringraziai il practitioner, che rise con approvazione quando gli raccontai che avevo capito cosa intendeva per “correggere gli affari degli altri” ed ero ora pronta a mettermi d’impegno nel mio vero lavoro cioè l’impiego a tempo pieno con Dio.

Talvolta sentiamo persone affermare di sentirsi intrappolate nel posto di lavoro per il timore di cambiare. È possibile superare questo timore dell’ignoto quando impariamo a rivolgerci sinceramente a Dio.

Non fu facile all’inizio, ma non dimenticherò mai il sostegno amorevole che ricevetti da un’amica  Scientista cristiana. Sembrava che le accadesse di passare vicino alla mia scrivania ogni volta che stavo per esplodere in merito a qualche episodio negativo. Passando mi raccomandava con tranquillità: “non reagire”, e questo calmava il mio pensiero e mi rendeva capace di esprimere maggior amore e pazienza, non solo verso gli altri, ma anche verso me stessa. Ogni volta che mi sentivo incline a domandarmi perché certi individui perseguissero alcune vie con cui non mi trovavo d’accordo, davo un’occhiata ad un versetto della Bibbia che avevo infilato sotto al vetro della mia scrivania: “sentiamo che alcuni tra di voi stanno sprecando il proprio tempo, preoccupandosi degli affari di tutti tranne che dei propri”  (2 Tessalonicesi 3:11, secondo la New English Bible [Nuova Bibbia Inglese]). La puntualità di questa osservazione dell’apostolo Paolo mi aveva sempre fatto sorridere e cercavo di seguirla.

Uno dei problemi del mio nuovo lavoro era che non possedevo alcuna competenza nel campo dei lavori d’ufficio e per questo mi iscrissi ad un corso serale, dove imparai a battere a macchina e ad archiviare oltre ad altri compiti previsti da questo tipo di impiego, mantenendo invariato il mio orario lavorativo. In seguito l’amministrazione modificò il mio orario settimanale in modo che potessi rispettare un contratto di cantante con una società dell’opera della città, contratto che prevedeva anche la partecipazione ad una tournée autunnale. I sabati erano occupati da alcune mattinate musicali e dalle inevitabili lezioni di canto, mentre le domeniche cantavo come solista in una chiesa filiale del Cristo, Scientista.

Quando mi sentivo oppressa dal programma molto serrato, trovavo nuova energia ricordandomi che qualsiasi cosa buona facessi era l’evidenza del lavoro di Dio e come tale disponeva del Suo potere sostenitore. Parlando della comprensione di Dio e del Suo governo, cosa che la Scienza Cristiana ci offre, Mary Baker Eddy scrive in Scienza e Salute con Chiave delle Scritture: “La mente umana, permeata di questa comprensione spirituale, diventa più elastica, è capace di maggiore resistenza, sfugge un poco a se stessa, e richiede meno riposo. Una conoscenza  della Scienza dell’essere sviluppa le abilità e le possibilità latenti dell’uomo” (pag. 128).

Sentivo che stavo dimostrando proprio questo in una certa misura. Inoltre, mentre svolgevo le mie mansioni, notai che alcune caratteristiche negative che erano frequentemente associate agli artisti, come l’egocentrismo ed una tendenza a desiderare l’attenzione personale e l’approvazione da parte degli altri, iniziavano a diminuire. Contemporaneamente, alcune delle qualità che avevo sviluppato come musicista, come libertà di espressione, compostezza, spontaneità e gioia, erano ben accolte ed apprezzate nell’atmosfera sempre più piacevole nell’ufficio.

Durante questo periodo, fu per me una costante fonte di ispirazione il magnifico consiglio che Mary Baker Eddy dà in Miscellaneous Writings [Scritti Vari]quando scrive: “L’ubbidienza al Principio divino che tu affermi di comprendere e amare, dimostra la Verità. Mai assente dal tuo posto, mai distratto, mai di cattivo umore, mai impreparato a lavorare per Dio significa ubbidienza; essere ‘fedeli su poche cose’” (pag. 116).

Talvolta sentiamo persone affermare di sentirsi intrappolate nel posto di lavoro per il timore di cambiare. È possibile superare questo timore dell’ignoto, ovvero “ce la farò? guadagnerò abbastanza?”, quando impariamo a rivolgerci sinceramente a Dio, Mente divina, come guida e fonte d’ispirazione. Poiché la base del nostro lavoro per Dio è completamente buona, un inizio potrebbe essere quello di cercare ogni aspetto positivo del nostro lavoro attuale. Possiamo trovare nuova motivazione mentre ci sforziamo di esprimere al meglio possibile integrità ed efficienza.

Poiché la Mente è infinita, non vi è nessun limite alle idee innovative che l’uomo esprime come riflesso della Mente. Quando comprendiamo meglio questa vera identità spirituale, diventiamo maggiormente creativi e produttivi. Questo interesse e questa vitalità rinnovati possono anche condurci a seguire nuovi corsi per affinare le nostre competenze lavorative.

Tramite la grazia e la comprensione spirituale possiamo iniziare subito a padroneggiare l’attuale impiego e se lo facciamo prima di passare ad un’altra occupazione o carriera, evitiamo la possibilità di trascinarci dietro alcuni problemi non risolti. Impariamo che la soddisfazione sul lavoro è qualcosa che nasce interiormente e deriva da una migliore comprensione della nostra vera unità con Dio, onni-intelligente ed onni-amorevole Mente divina.

Mentre lavoriamo per Dio, esprimendo azione e scopo spirituali, benediciamo non solo gli amministratori e i nostri colleghi, ma anche gli altri. Essendo il nostro lavoro un risultato della preghiera, esso continua a benedire il mondo. Possiamo contribuire all’armonia di coloro che ci circondano in modo individuale.

Quindi, quando sentiamo dire: “ch'io devo attendere agli affari del Padre mio”, senza dubbio la persona in questione sta tentando di seguire i passi del Maestro, Cristo Gesù, che dichiarò: “In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch'egli le opere che fo io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vo al Padre” (Giovanni 14:12).

E nel caso vi interessasse sapere cosa ne è stato della mia carriera musicale, il mio lavoro non mi ha portato all’Opera del Metropolitan, ma mi ha condotto al lavoro più soddisfacente e stimolante che esista.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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