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Tendenza alla critica distruttiva superata

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 3 maggio 2017

Originariamente pubblicato sul numero del 10 ottobre 2016 del Christian Science Sentinel


“Sono troppo critica” confidai ad un’amica. Non mi piaceva questo mio aspetto, mi rendeva infelice e lì si radicavano molti problemi della mia vita. Quello che inizialmente non avevo compreso, era che avevo accettato questo difetto come parte della mia identità.

Un giorno, mentre stavo studiando la Lezione biblica settimanale della Scienza Cristiana che si trova sul Libretto Trimestrale della Scienza Cristiana, lessi che la mia vera identità spirituale è a somiglianza di Dio. Fu come se il sole fosse spuntato da dietro una nuvola: questo atteggiamento eccessivamente critico non faceva parte di me, non era mai e non sarebbe mai esistito. La critica negativa non viene da Dio, quindi non può costituire la nostra vera natura, visto che siamo a Sua somiglianza. Solo ciò che proviene da Dio fa parte di noi.

Compresi che, tramite la preghiera, potevo liberarmi della mia tendenza a giudicare e del tormento che questo causava a me e a coloro che mi circondavano. La realtà spirituale è che siamo i figli di Dio e riflettiamo la Sua perfezione. Il nostro vero essere e la nostra vera vita sono il risultato dell’amore di Dio, l’espressione stessa dell’Amore divino. Riconoscere questo fatto mi mise in grado di respingere la credenza che io, o chiunque altro, potessimo essere gravati di un atteggiamento inutile e critico.

Cominciai a pregare a mente libera, non più ingombrata da pensieri di auto-condanna. Lo scopo delle mie preghiere non era quello di cambiare attraverso una semplice modifica del mio comportamento, ma prima di tutto di comprendere meglio chi ero veramente, lasciando che Dio governasse i miei pensieri. Ogni suggestione negativa che tentava di imporsi sul mio pensiero, era falsa e impotente e potevo respingerla. Sapevo di poter guarire dalla tentazione di oltrepassare la critica costruttiva, di parlare o pensare in modo scortese o di condannare chicchessia, inclusa me stessa.

Mi chiesi: “Chi voglio essere?” Una domanda semplice di cui conoscevo la risposta. Volevo essere un esempio amorevole del bene. Volevo guarire, e non avrei potuto farlo con pensieri che vedevano ogni genere di male come realtà. Quando vedevo persone che agivano in un modo che mi disturbava, mi dimenticavo di vedere l’uomo perfetto di Dio e così facendo ingigantivo l’errore e ne davo la colpa a qualcuno, invece di riconoscerne l’irrealtà e aiutare a smascherarlo . Accettando il male come se fosse potente e capace di disgregare il bene, stavo convalidando la sua apparente esistenza, e questo non è il modo di  seguire l’esempio di Gesù Cristo e di essere un guaritore, ed era perciò l’ultima cosa che desideravo fare.

La considerai come un’opportunità di crescita spirituale. Volevo ardentemente liberarmi dalla negatività e dall’atteggiamento poco amorevole che non fanno parte di quello che Dio ha inteso che fossimo. Pregai per trovare un approccio più puro ed amorevole nelle mie attività quotidiane e accettai con tutto il cuore il mio diritto divino di esprimere gentilezza, sostegno e compassione.

Potreste chiedervi su cosa fossi stata così critica. Su tante cose, più o meno rilevanti. Questo atteggiamento controllava il mio pensiero. Perché mio marito non raccoglieva le sue calze dal pavimento? Perché per strada c’erano così tanti motociclisti rumorosi? E poi c’erano i membri della chiesa che non frequentavano i servizi di testimonianze ogni mercoledì sera. Inoltre mi preoccupavano quei genitori che, a mio avviso, permettevano ai propri figli di comportarsi in modo sbagliato.

Il mio mondo mentale era il risultato del modo in cui avevo scelto di pensare, e mi stavo rendendo conto di questo fatto. Essendo così concentrata sulla ricerca di ciò che era sbagliato, non ero stata attenta e consapevole di tutto il bene, ma non appena cominciai a pregare il mondo sembrò più luminoso e i problemi più leggeri. Cominciai a vedere più bellezza e tenerezza. L’amore di Dio era più reale per me di quanto non lo fosse mai stato prima.

In Scienza e Salute con Chiave delle Scritture di Mary Baker Eddy si legge: “State di guardia alla porta del pensiero. Ammettendo soltanto quelle conclusioni  che desiderate veder manifestate sul corpo, vi potrete controllare armoniosamente” (pag. 392:31). Leggere questo concetto mi aiutò a diventare più consapevole di quanto sia importante stare di guardia alla porta del pensiero; lasciare che sia Dio a guidare il nostro pensiero, apre la porta a più salute ed armonia.

Ispirata da questa nuova consapevolezza, nella preghiera dichiarai che Dio è l’unica fonte del mio vero essere. Nessun pensiero poteva essere reale al di fuori di quelli provenienti da Dio, unica Mente. Il desiderio di esprimere l’amore di Dio, con cuore puro e aperto, mi rese più pronta a bloccare sul nascere e a soffocare i pensieri critici e negativi. Ogni volta che un pensiero poco amorevole cercava di farsi strada, rispondevo prontamente. Ora questi pensieri sono come degli intrusi indesiderati.

Al di là di ogni pensiero critico c’era una verità che attendeva di essere compresa. Invece di arrabbiarmi oltremodo per un paio di calzini sul pavimento, riconoscevo che mio marito era l’espressione di Dio, naturalmente attenta. Per quanto riguarda le moto, quando le sentivo pregavo per la sicurezza e la protezione di tutti i motociclisti in viaggio. Le mie preghiere per i servizi del mercoledì sera mi fecero capire che non stava a me valutare con quale frequenza gli altri venissero in chiesa. La mia dedizione alla chiesa era basata sul mio amore per Dio e pregavo per amare tutti i membri e per vedere l’amore di Dio espresso in ogni culto. Nelle questioni di famiglia affermavo che Dio è il nostro vero Genitore e che la Sua guida ci può aiutare a conoscere e fare ciò che è giusto per i nostri figli. Dio ispira anche obbedienza, collaborazione e ricettività. Ero grata delle verità che riuscivo a conoscere riguardo a tutti noi.

Le ricompense, per i miei sforzi di sradicare, attraverso la preghiera, questa mia ingiusta tendenza a criticare, sono state molte. Non ignoro i problemi, ma i miei pensieri sono più puri e colmi d’amore, e questo favorisce la mia capacità di mettere in pratica la Scienza Cristiana con efficacia.

In Matteo 12 viene raccontata la storia in cui Gesù Cristo vide un uomo con una mano secca (vedi versi 10-14). Era sabato, e i Farisei obiettarono al fatto che egli facesse una guarigione in quel giorno. Ma l’amore e la compassione di Gesù lo spinsero a dire all’uomo di allungare la mano. L’uomo fece come Gesù gli aveva chiesto e la mano tornò sana come l’altra. L’atteggiamento critico e colmo d’odio dei Farisei impedì loro di accettare la verità dimostrata da quella guarigione, al punto di voler eliminare Gesù. Lo scenario era molto triste! Il loro giudizio, focalizzato su elementi materiali, li rese ciechi al riconoscimento della presenza del Cristo, Verità. 

Avere un atteggiamento critico negativo ci impedisce di vedere la creazione di Dio e offusca, nel nostro pensiero, la luce e l’amore guaritore del Cristo. È distruttivo e dissimile da Dio per sua stessa natura. Chi mai lo desidererebbe come parte dei suoi processi mentali? Di certo non è l’approccio guaritore insegnato e vissuto da Gesù.

In Miscellaneous Writings 1883–1896, Mary Baker Eddy scrive: “L’ignoranza del sé, l’ostinazione, l’autogiustificazione, la lussuria, l’avidità, l’invidia, la vendetta sono nemiche della grazia, della pace e del progresso; devono venire affrontate e vinte con coraggio o estirperanno tutta la felicità. State di buon animo; il conflitto contro il proprio sé è grande; dà molto lavoro e il Principio divino lavora al vostro fianco – e l’obbedienza corona lo sforzo persistente con la vittoria eterna” (pag. 118).

Possiamo sempre scegliere di lasciare che l’Amore governi e dia potere al nostro pensiero. Vedere in ciascuno, inclusi noi stessi, la vera perfezione spirituale accordata da Dio porta gioia e libertà. Davvero un gran dono per il mondo!

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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